Portobuffolè, il borgo gioiello

Portobuffolè, in provincia di Treviso: pochi abitanti e tanti motivi d’interesse. La bellezza placida di un piccolo centro prezioso

Marina GrassoMarina Grasso
Il borgo di Portobuffolè
Il borgo di Portobuffolè

 

Sulla linea di confine tra Treviso e Pordenone, Portobuffolè è un borgo-gioiello nel quale il millenario incrocio di storie restituisce un’atmosfera unica, custodita con orgoglio da poche centinaia di abitanti. Da paese di pescatori d’epoca romana sulle rive del Livenza a strategico castello medievale, conobbe il massimo splendore con la dominazione veneziana grazie al commercio del sale e del legname. Poi arrivò il lungo declino ottocentesco, quindi le guerre e le alluvioni del Novecento che la deviazione del fiume Livenza non bastò a impedire.

Ma oggi le viuzze in ciottolato del borgo storico, attorno al quale si è sviluppata una raccolta e placida cittadina, conducono tra le tante pagine di questo racconto.

Il Toresin

A cominciare da Ponte Friuli e all’omonima porta, sormontata dal Toresin, antico accesso al castello medievale. L’attuale ponte, settecentesco, fu il primo costruito in pietra sul fiume Livenza, che però da più di un secolo scorre lontano dal borgo, dove ha smesso di portare commerci ma anche alluvioni, e il suo alveo è ricoperto da un manto erboso.

Sopra il portale d’ingresso campeggia il leone marciano cui i francesi hanno aggiunto una scritta ispirata ai loro ideali, mentre alla destra del ponte sono visibili i resti delle antiche mura medievali, dov’è murata una piccola Bocca della Verità di origine romana. Un ingresso scenografico, insomma, che è anche un eclatante compendio di storia.

Pochi passi conducono alla piazza principale, intitolata a Vittorio Emanuele II, dove spicca il Palazzo Pretorio con il suo loggiato, attuale sede del Municipio, rifacimento rinascimentale dell’antico Fontego del grano e del sale che ospitava anche banchi di cambio e botteghe.

Accanto, l’imponente Torre Civica del X secolo è l’unica superstite delle sette torri fortificate del castello medievale, oggi sede del Museo della Civiltà Contadina dell’Alto Livenza. Alla base della torre si trova il Monte di Pietà, fondato dopo il 1480, anno in cui la comunità ebraica fu bandita dalla città per un crimine mai esistito.

Aveva prima creato un istituto di credito che affiancava i fiorenti commerci e probabilmente aveva anche eretto una Sinagoga, che pare sia stata trasformata nel Cinquecento nell’attuale Duomo, affacciato anch’esso sulla piazza principale. Tesi controversa, ma suffragata dall’attigua abitazione dell’Arcisinagogo (oggi privata), sulla cui parete esterna si scorgono i resti di quello che era il muro di cinta del Ghetto, dove una targa in ebraico ricorda l’infamante cacciata.

La storia di Gaia da Camino

Dalla piazza, una stretta via porticata conduce verso un’altra storia: quella di Gaia da Camino, emancipata e intraprendente poetessa ricordata anche da Dante nella Commedia, che visse a Portobuffolè fino alla morte (anno 1311) e vi creò una piccola corte culturale.

La sua casa, una torre medievale, è decorata con affreschi quattrocenteschi che sembrano a lei dedicati: figure nobiliari, torri, palazzi, paggi e città fortificate che ingentiliscono l’austerità dell’antico edificio, visitabile anche in occasione di mostre temporanee.

Continuando lungo la stradina di Casa di Gaia si arriva in piazza Beccaro, dedicata al mercante trecentesco che donò alla comunità l’ospedale di San Rocco, poco fuori le mura. Ca’Soler, l’elegante palazzo in cui probabilmente visse, dopo tanti rimaneggiamenti e utilizzi, è arrivato a noi con i suoi affreschi ancora molto leggibili e attribuiti a Giovanni de Sacchis, “il Pordenone” (secolo XVI). Oltre ad altre antiche dimore, sulla piazza affacciava anche Porta Trevisana, la principale via d’accesso al castello, distrutta dalle truppe austroungariche in rotta: a Portobuffolè anche gli spazi vuoti raccontano una storia. 

Ogni mese il Mercato dell’Antiquariato

La seconda domenica di ogni mese Portobuffolè ritrova la sua antica vitalità commerciale con il Mercatino dell’Antiquariato e del Collezionismo: oltre duecento espositori professionali ne fanno uno dei riferimenti imperdibili per chi si mette in cerca di oggetti usati e di antiquariato, fumetti, libri, stampe e oggetti da collezione.

Per ulteriori informazioni contattare o visitare l’Ufficio Turistico (presso Monte di Pietà), telefono 0422 850020.

Il Museo del Ciclismo compie trent’anni

Portobuffolè, il comune più piccolo della provincia di Treviso, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, appartiene al Club dei Borghi più belli d’Italia.

Tra le sue peculiarità c’è anche il Museo del Ciclismo Alto Livenza, uno dei più rinomati in Italia nel suo genere, costituito trent’anni fa a Casa di Gaia e trasferito nel corso del 2019 in Borgo Servi, poco lontano dal borgo storico. Ulteriori informazioni: www.comune.portobuffole.tv.it.

 

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