Revine, due laghi di quiete
La folla estiva se n’è andata, il freddo non è ancora arrivato. Questa è la stagione migliore per apprezzare questo borgo in provincia di Treviso. Piccole escursioni fotografia, silenzio: qui ci sono radici nella preistoria e luoghi incantati dove passeggiare
Una quiete quasi fatata avvolge in questo periodo i due laghi di Revine, in provincia di Treviso: il viavai della stagione estiva è cessato e il rigore dell’inverno non è ancora arrivato.
Il caleidoscopio dei boschi delle colline trevigiane e delle Prealpi venete, gli scomposti batuffoli di brume sui pendii, i cangianti toni delle acque dei laghi che riflettono le nuvole e i colori scuri delle rare case di sasso creano colori e contrasti che paiono surreali.
E, sulla riva opposta, oltre i campi che arrivano quasi sulla sponda, i borghi di Fratta e Colmaggiore di Tarzo sembrano affiorare qua e là tra gli alberi e i loro stessi riflessi sul lago.
Piccole escursioni
Per gli amanti delle piccole escursioni, per gli appassionati di fotografia, per chi ama solcare acque calme con la canoa oppure volare con il parapendio, o semplicemente per chi cerca la bellezza ruvida dei paesaggi non artefatti, lo spettacolo naturale dei piccoli Lago di San Giorgio, curiosamente noto anche come Lago di Lago, e Lago di Santa Maria raggiunge il massimo in questa stagione, tra foliage, silenzi ed echi di storia antichissima.
Due laghi che originariamente erano uno solo, creatosi in epoca glaciale e che, ritirandosi, ha lasciato spazio ad ampie zone semi-paludose.
Le bonifiche iniziate già dalla Serenissima portarono nel 1878 alla realizzazione del canale Tajada, che ancora oggi garantisce il deflusso delle acque dei laghi, e poi del Canale delle Barche, che attraversa il piccolo istmo di terra che separa i due laghi, creato nel 1923.
La spada
Fu proprio durante gli scavi per la sua costruzione che venne alla luce una spada databile alla media età del bronzo (XIV sec. a.C.): ritrovamento che, assieme ad altri più piccoli successivi, suggerì la valenza archeologica del sito.
Fu, però, appurata solo nel 1987, quando a pochi metri dal Canale delle Barche fu ritrovata una notevole quantità di manufatti preistorici in selce, osso e ceramica assieme a resti di pali di legno: era stato scoperto il più grosso insediamento palafitticolo del Veneto Orientale, databile tra il tardo Neolitico e l’Età del bronzo, ossia dalla fine del IV agli inizi del II secondo millennio a.C.
Un sito nel quale si continua, compatibilmente alle risorse, a scavare ma anche a trovare casualmente lacerti di storia antichissima; e che lo scorso anno, a cent’anni esatti dai primi ritrovamenti, ha restituito ossa animali, semi, frammenti di selce e di ceramica che hanno confermato nuovamente la presenza dell’uomo tra il Neolitico e l’Età del bronzo.
Tante storie
E mentre gli esperti cercano di ricostruire le dimensioni di un’areale insediativo che potrebbe aver avuto anche notevoli dimensioni, sono tante le storie che a Revine Lago e a Tarzo, paesi connessi da una passerella di legno tra i due bacini, si possono leggere più vicine e nitide.
Ad esempio passeggiando tra le piccole case in pietra locale dei borghi di Lago, con i dedali di stretti vicoli che le separano, o sulle facciate di quelle di Revine, affrescate con immagini sacre; ammirando le storie di fede che continuano nel borgo di Santa Maria, che conserva una chiesa antichissima e i ruderi di una ancor più vetusta, e la magia che si ripete nella piccola Sottocroda, che pare sospesa nel tempo.
Superando il ponticello
Passeggiando si può anche attraversare il ponticello di legno sul Canale delle Barche ed entrare nel comune di Tarzo, dove lo scenario cambia leggermente e si entra in una campagna punteggiata di vigneti che abbraccia i bordi rurali di Fratta e Colmaggiore.
E lì le storie le raccontano sia il paesaggio sia gli affreschi di facciata della “Via dei Murales”, realizzata nel corso degli anni da diversi artisti veneti.
Scene da inseguire per ammirarle seguendo la segnaletica che è sempre ben presente e riconduce gli escursionisti al punto di partenza con un giro ad anello alla portata di tutti.
Un parco didattico per saperne di più
Per valorizzare i ritrovamenti archeologici nei laghi di Revine, nel 2007 è stato costituito il Parco Archeologico Didattico del Livelet.
Si articola in tre palafitte ricostruite sulla sponda occidentale del Lago di Lago e in varie strutture per visite didattiche, laboratori, dimostrazioni di tecnologia antica che vengono organizzate assieme a escursioni naturalistiche.
L’ultimo giorno di apertura 2024 sarà domenica 3 novembre. www.parcolivelet.it.
Ai piedi delle Prealpi, come arrivare
I laghi di Revine si trovano ai piedi del versante meridionale delle Prealpi trevigiane, lungo la strada provinciale che collega Vittorio Veneto a Valdobbiadene.
Li si può raggiungere percorrendo l’autostrada A27 fino al casello di Vittorio Veneto nord, per poi seguire la SS51 fino quasi al centro di Vittorio Veneto.
Da lì svoltando a destra, sulla SP35, in pochi minuti si arriva al primo dei due specchi d’acqua, il lago di Santa Maria.
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