La lezione di Romans in provincia di Gorizia

Nel centro per cercare le testimonianze longobarde, scavi archeologici, monili e armi, capanne funerarie. Uno scrigno di segni e presenze tra museo e parco. Da vedere anche le chiese nelle frazioni di Fratta e Versa

Margherita ReguittiMargherita Reguitti
Una scena di Romans Langobardorum, l’appuntamento d’estate con la rievocazione storica
Una scena di Romans Langobardorum, l’appuntamento d’estate con la rievocazione storica

Uno scrigno di testimonianze di un grande popolo che dominò in Europa e Italia; la cittadina di Romans d’Isonzo, 18 chilometri a ovest di Gorizia nel Friuli orientale, fu un centro militare e strategico longobardo.

Territorio già abitato in epoca preistorica con successive testimonianze romane di cinque insediamenti rustici, fu poi molto contesa nei secoli fino a essere teatro di combattimenti nella Grande Guerra.

La presenza delle genti dalle lunghe barbe è oggi attestata da una delle più vaste e ricche necropoli, scoperta per caso nel 1986 durante gli scavi per la realizzazione dell’acquedotto in località San Giorgio, San Zòrz in friulano.

Come si arriva

Posto sull’antica strada postale fra le città fortezza di Gradisca d’Isonzo e Palmanova, è raggiungibile dal Veneto attraverso la A4, uscita al casello di Villesse. Deve il suo etimo all’epoca romana e alla vicinanza dell’Isonzo.

Fu infatti attraverso il “Fiume sacro alla Patria” che nel 568 i Longobardi, popolo di guerrieri del nord composto da diverse etnie, si installarono nel primo Ducato del regno.

Quattrocento sepolture mappate

Circa quattrocento le sepolture mappate, ritualmente rivolte a est, che sono state oggetto di ben 9 campagne di scavo condotte dalla Soprintendenza ai Beni culturali alle quali sono seguite mostre organizzate dal Comune e altri soggetti.

Scavi dai quali sono riemersi dopo secoli oggetti e manufatti, armi e raffinati monili muliebri, oggetti che attestano la cultura e la capacità di potere del popolo che fino al 700 dominò da est a ovest ma anche al sud dello Stivale. Regno che aveva nella vicina Cividale del Friuli la prima capitale.

I tesori del museo

Centinaia gli oggetti esposti nel Civico Museo Archeologico allestito nel Palazzo del Comune, via della Centa n. 6 - tel. 0481 966904, ingresso libero su prenotazione. Ma sono solo una parte di quanto riemerso. Un racconto arricchito da un corredo didattico-esplicativo interessante e godibile.

Esposti nelle bacheche la spada, prima a riemergere durante i lavori, umboni in bronzo e impugnature degli scudi, sciabole, alabarde decorate, collane in pasta di vetro, anelli, bracciali, fibule in argento.

Ma anche utensili di uso quotidiano come pettini in osso, uomini e donne avevano gran cura delle loro capigliature fluenti, vasi in terracotta e vetro. Corredi funebri che attestano l’alto ruolo sociale dei defunti.

La tomba di Adelinda

Fra le unicità della necropoli isontina la scoperta della tomba di una bambina di 10 anni figlia di guerriero.

Adelinda – scudo di nobiltà – fu sepolta con i suoi gioielli: un amuleto di cristallo di rocca, una collana e bracciale, uno spillone fra i capelli e una preziosa fibula in argento a 7 punte. In un vaso di terracotta i suoi cibi preferiti. Non è il solo corredo funerario femminile, altri ne sono stati trovati e fra questi quello di un’anziana sulla cui veste una fibula a esse.

A meno di un chilometro dal centro, ai piedi della torre dell’acquedotto, il parco archeologico dove sono riprodotte due tombe e una capanna funeraria in legno adibita ad accogliere omaggi e preghiere per i defunti. Della centa fortificata del XIV secolo, cuore del paese, oggi restano solo dei brandelli e la torre difensiva trasformata in campanile della chiesa seicentesca di Santa Maria Annunziata.

Fratta e Versa

Vale la pena raggiungere le frazioni di Fratta e di Versa per ammirare due pregevoli edifici religiosi, previa prenotazione della visita allo 0481 90036.

A Fratta la chiesa di Santo Stefano Protomartire edificata nel XII secolo, ampliata poi con la realizzazione del campanile e degli affreschi dell’altare.

E’ invece dedicata alla Beata Vergine Lauretana quella di Versa, datata XVI secolo nella cui cappella di San Rocco sono presenti pregevoli stucchi. —

Per due mesi la mostra di Valentinuz

La casa padronale Candussi Pasiani, al numero civico 6 di piazza Garibaldi, che il Comune ha trasformato in centro culturale, accoglie la biblioteca e spazi espositivi.

Il Centro Culturale Casa Candussi Pasiani
Il Centro Culturale Casa Candussi Pasiani

Per altri due mesi (fino al 9 marzo) ospita la retrospettiva di pittura dal titolo “Cuki, fogli tele graffiti pietre e colore”, di Enzo Valentinuz. Le opere dell’artista romanese si possono vedere anche negli spazi della Banca di Credito Cooperativo Venezia Giulia di viale Atleti azzurri n. 6.

Come incontrare il popolo dei Winnili

In giugno si svolgerà “Romans Langobardorum” rievocazione storica realizzata dall’associazione Invicti Lupi dedicata al popolo dei Winnili. Esperienza immersiva nella storia con combattimenti, degustazioni, spettacoli e laboratori.

Durante tutto l’anno su prenotazione visite guidate per gruppi e scuole al parco e museo archeologici contattando invictilupi@gmail.com, 3339636574, info su www.invictilupi.org, https://www. youtube.com/@InvictiLupi.

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