Sacile, ovvero la definizione di amenità

Punto strategico militare sin dalla fondazione nel VIII secolo, con i suoi 20mila abitanti è la sesta cittadina del Friuli: la chiamano la Piccola Venezia o Giardino della Serenissima

Margherita ReguittiMargherita Reguitti

«È loco Sacile nel Friuli dei più ameni e dilettevoli che abbia la Provincia, situato appresso il fiume Livenza». Così l’abate e storico in lingua volgare del Friuli Gianfrancesco Palladio degli Olivi nel 1660 descrive la cittadina da sempre terra di confine, oggi fra le provincie di Pordenone e Treviso, e di proficui traffici commerciali. Punto strategico militare sin dalla fondazione nel VIII secolo.

Con i suoi 20mila abitanti è la sesta in regione, la chiamano la Piccola Venezia o Giardino della Serenissima. Da sempre snodo obbligato; durante il regno longobardo punto di passaggio fra la capitale Pavia e Cividale. “Hub mercantile” della Serenissima verso il centro Europa, collocazione nevralgica per l’esercito italiano nel secolo breve. Dista da Treviso circa 40 chilometri via treno o via strada, scegliendo la A27/A28 o la SP15.

Il centro si sviluppa su due isole del fiume Livenza. Alcuni fanno risalire il toponimo a “sacco”, avamposto militare su un escavo del fiume. Oggi il centro mantiene la bellezza di palazzi e portici affrescati, l’impronta urbanistica veneziana, il ritmo lento del passo nelle vie incontrando le tante botteghe artigianali che sono tornate ad aprire.

Ma Sacile è anche sinonimo di grande musica classica e contemporanea eseguita da maestri mondiali alla Fazioli Concert Hall (www. fazioli. com/concert-hall/stagione), auditorium attiguo all’omonima fabbrica di pianoforti a coda fondata negli anni’80 dal romano Paolo Fazioli, ingegnere e pianista, con un ristretto gruppo di esperti del suono e del legno. È solo uno dei personaggi che oggi possono essere guida fuori ordinanza per avvicinare l’anima e bellezza di Sacile.

I fasti e la ricchezza della città nel ’500 furono legati alla famiglia Ragazzoni, armatori e mercanti veneziani e in particolare a Giacomo (1528-1610) che lasciò Venezia per Sacile da dove organizzò il business famigliare dall’Oriente verso le capitali e corti europee, aprendo succursali anche a Londra e Anversa. Fu grazie alle sue abilità mercantili e diplomatiche, che la famiglia divenne una delle più potenti e rispettate in Europa.

Palazzo Ragazzoni, chiamato luogo delle delizie per abbondanza di lussi, cultura e raffinatezze, ospitò re e regine, fra i quali Maria Tudor e il consorte Filippo II di Spagna, Enrico III di Francia, il Doge Sebastiano Venier e il Gran Visir di Costantinopoli. Splendidi gli affreschi che esaltano la saga della famiglia in un impianto architettonico dalle eleganti facciate settecentesche. Assai complessa quella visibile da viale Zancanaro, alternanza di trifora e quadrifora con balaustre, colonne e fregi.

 

Domenica 29 alle 10.30 sarà possibile visitare il palazzo in una narrazione teatrale (costo 10 euro durata 90 minuti, prenotazione sul sito www. visitsacile. it, eventi@visitsacile. it, tel. 0434 737292) accompagnati da attori nelle vesti dei padroni di casa che, al suono di musica cortese, accompagneranno gli ospiti raccontando di viaggi, affari, lussi e agi della nobiltà e ricca borghesia.

 

 

 

Bello è passeggiare lungo le rive del Livenza o percorrerlo in canoa o kayak. Per gli amanti della pesca nelle acque cristalline vive una notevole quantità di pesce, dai temoli alle trote, dai cavedani e carpe e anguille. Molti e vari gli itinerari a piedi e in bicicletta fra palazzi, mura medievali, torrioni, chiese e piazze. Per gli appassionati di pittura Palazzo Carli ospita nella galleria d’arte moderna l’opera di Pino Casarini, uno dei più grandi affreschisti del’900.

Dunque l’imbarazzo della scelta fra natura, arte e storia. Da oltre 750 anni in agosto, la Proloco organizza la Sagra dei Osei, mercato-esposizione di uccelli da canto di livello internazionale, la rievocazione storica e la scuola di chioccolo, arte dell’imitazione umana del canto dei volatili.

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