San Canzian d’Isonzo tra terra, acqua e cielo
La località del Goriziano tra le rive dei fiumi è un paradiso ricco di risorgive e reso fertile con le bonifiche dei terreni. Una passeggiata tra ville ed edifici romani, reperti, manufatti e testimonianze di attività diverse: fabbriche di laterizi e nove tintorie di porpora


Si respira pace e serenità a San Canzian d’Isonzo e non è raro che ragazzi in sella alle loro biciclette salutino lo sconosciuto in visita. Località dalla lunga e importante storia del Goriziano non lontano da Aquileia alla cui sorte di potere e declino fu legata.
Dall’autostrada A4, uscita Redipuglia, la si raggiunge lungo la SS14, in treno dalla stazione di Monfalcone e quindi con autobus.
È una delle località del comune sparso comprendente anche Pieris, Begliano, Isola Morosini e Terranova, ognuna con peculiarità che valgono la visita in questa estrema propaggine della pianura veneto-orientale, compresa fra le rive destra del fiume Isonzo e sinistra dell’Isonzato, ricca di risorgive e resa fertile con le bonifiche dei terreni bassi a paludosi degli anni’30 del secolo scorso.

Una fitta rete di ciclabili
Terra piatta da percorrere agevolmente in bicicletta seguendo la fitta rete di percorsi ciclabili anche in terra bianca. Terra di vasti appezzamenti agricoli le cui zolle custodiscono ville e edifici romani, reperti, manufatti e testimonianze di attività diverse come la presenza di fabbriche di laterizi e di ben nove tintorie di porpora.
Qui vi lavorarono i liberti, schiavi affrancati, utilizzando il murice, un mollusco dal quale ottenere il prezioso e apprezzato colore rosso utilizzato per tingere le toghe delle personalità dell’Urbe.
La storia dei tre martiri
Abitata nella preistoria, nel II a. C. vi si sviluppò lungo la via Gemina, che da qui passava collegando Aquileia con Tergeste-Trieste, una vasta area sepolcrale.
La storia del Vico Sanctorum Cantianorum è attestata dal diploma del re dei franchi Lodovico il Pio del 819.
La storia di San Canzian è legata al martirio di tre giovani, fratelli di nobile stirpe romana, Canzio, Canziano e Canzianilla. Facevano parte della famiglia dei Canzi che, fuggiti da Roma a seguito delle persecuzione di Diocleziano, a Aquae gradatae, antico toponimo, nel 303 trovarono la morte per decapitazione assieme al loro precettore Proto e al vescovo di Aquileia Grisogono. I sarcofaghi di quest’ultimi sono conservati nella chiesetta del XV secolo di via Romana.
Alla sinistra della chiesa parrocchiale sono state scoperte le tombe dei giovani martiri e nello stesso edificio religioso si trovano le loro reliquie. Sempre a sinistra della parrocchiale l’Antiquarium, contiene mosaici, iscrizioni funerarie e votive, ma anche una statua togata dell’età augustea, una pregevole testa virile tetrarchica di fine III sec. d. C, accanto e oggetti di uso comune.

Visite accompagnate
Il signor Renato Aveta, memoria storica, accompagna il visitatore, per prenotazioni contattare la parrocchia 0481. 74044. Flavia Moimas, esperta di storia locale, ha redatto utili informazioni che possono essere rintracciate nel sito del comune https://scoprisancanziandisonzo.org/.
Le pareti della chiesa sono pagine di storie narrate da reperti lapidei, fra i tanti anche un leone di Venezia che qui dominò dal 1420 al 1797, e sul prato sono collocati sarcofaghi riemersi dai terreni circostanti negli anni, anche utilizzando apparecchiature georadar.
Percorrendo la via sulla sinistra si passano ponticelli su rogge cristalline e si arriva al monumento che ricorda il martirio dei Canzi in via delle Grodate.
Non lontana la rotonda di Santo Spirito, unico battistero a pianta circolare della regione presumibilmente del XI secolo. Ma anche il monumento alle vittime del Nazifascismo in ricordo delle lotte partigiane. A Pieris, sede del Comune, la biblioteca e la galleria d’arte sono ospitate nella restaurata Villa Settimini, bell’esempio di dimora del XVIII secolo.
È privata Villa Fabris di Begliano, realizzata dal Marchese Ottavio de’Fabris a fine’600 in occasione del suo matrimonio con la contessa Savorgnan, per informazioni e visite si può contattare il 3351255153 o scrivere a villadefabris@villadefabris.it.
Un parroco accoglie i pellegrini
La tradizione dell’accoglienza dei pellegrini in cammino sulle diverse vie che passano per San Canzian d’Isonzo è attuale e viva grazie dalla disponibilità del parroco don Francesco Fragiacomo telefono cell. 335281952, 0481 76044 o parrocchia.
Accanto alla chiesa, infatti, circondata da spazi verdi aperti al gioco e il riposo all’ombra di alberi fra aiuole di fiori, si trova la canonica che offre ospitalità a singoli e piccoli gruppi.
Tra cigni e caprioli
Questa (https://staranzanoslow.it/in-bicicletta/in-bici-verso-isola-morosini/) è una della tracce per perdersi nella natura fra terra e acqua di Isola Morosini, fra borghi di case coloniche e archeologia industriale di centrali idroelettriche, chiese, viali alberati, strade bianche lungo l’Isonzato.
Luogo di pace, oasi per varie specie di animali e volatili, incontrando maestosi cigni e eleganti caprioli. Qui anche la rinomata Scuola Fioristi della regione.
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