Bombe d’acqua sulle colture del Veneto, danni per milioni di euro
Piante sradicate e allagamenti, piante di tabacco distrutte dal maltempo nel veronese, colpiti anche vigneti e frutteti nella zona di Soave, nel trevigiano danni alle serre
VERONA. Strage di alberi e grandine sulle coltivazioni di tabacco.
Il nubifragio che si è abbattuto martedì su Verona ha colpito la zona turistica del Lago di Garda fino ad est della provincia passando per la bassa veronese.
Bombe d'acqua, forte vento e grandine hanno sradicato piante e provocato allagamenti.
I tabacchicoltori lamentano danni alla coltura in campo in piena fase vegetativa.
Palle di ghiaccio sono cadute anche a Monteforte d'Alpone nella zona del Soave su vigneti e frutteti.
Il maltempo si è spinto fino alla provincia di Treviso dove una piccola tromba d'aria ha fatto registrare danni ad annessi rustici e serre nei comuni lungo il Sile da Mogliano Veneto a Casier.
«Ogni allerta meteo è un bollettino di guerra» commentano i tecnici di Coldiretti Veneto impegnati nelle rilevazioni sul territorio.
A macchia di leopardo le avversità atmosferiche si avventano sulle produzioni distruggendo anche le reti protettive.
«Il migliore degli impianti e il top degli investimenti – commentano gli operatori – spesso neanche resiste alla furia della calamità».
Salgono a milioni di euro i danni causati dal clima impazzito in una estate 2021 bollente e siccitosa in cui si contano però, fino ad ora, lungo tutta la Penisola già 426 eventi estremi secondo i dati dell’European Severe Weather Database (Eswd).
E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti in riferimento all’ultima ondata di maltempo che ha devastato campi di mais, grano, soia, girasole e ortaggi. Un disastro – sottolinea la Coldiretti – in un momento particolarmente delicato per le coltivazioni agricole con la raccolte in corso mentre ci si avvicina alla vendemmia.
Al sud continua a persistere invece il grande caldo con la siccità che alimenta gli incendi dall’Abruzzo alla Puglia fino alla Sardegna dopo un mese di giugno che con una temperatura superiore di 2,18 gradi alla media storica che si classifica come il quarto più caldo in Italia da quando sono iniziate le rilevazioni nel 1800, secondo l’elaborazione Coldiretti su dati Isac Cnr.
«Siamo di fronte in Italia – continua la Coldiretti – alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione e il moltiplicarsi di eventi estremi con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. L’ effetto dei cambiamenti climatici con l’alternarsi di siccità e alluvioni non impatta solo sul turismo ma ha fatto perdere – conclude la Coldiretti – oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti».
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