Bono, Fincantieri, a Saint Nazaire: «Siamo italiani non colonialisti»

L'a.d. del Gruppo per la prima volta incontra management e sindacati di Stx France. «Abbiamo lavoro per i prossimi 10 anni e dobbiamo pianificare i successivi 10 dispiegando innovazione, investimenti, know how»

TRIESTE - «Almeno per i prossimi 10 anni il lavoro è assicurato. Dobbiamo lavorare in questi 10 anni per preparare i successivi 10 anni», attraverso «innovazione, nuovi prodotti e mantenendo la capacità competitiva che consente di dare qualità ai prezzi migliori del mercato. Lavorando in questo settore non abbiamo alcuna necessità di acquisire know how».

Lo ha annunciato l'a.d. di Fincantieri Giuseppe Bono, nella conferenza stampa ai cantieri Stx France dove è stato oggi per la prima volta, a Saint Nazaire.

«Siamo italiani, non abbiamo animo colonialista e siamo venuti per mantenere, migliorare e dare insieme più stabilità alle nostre aziende», il «vostro modello di governance e il management, al quale rinnoviamo ancora una volta tutta la nostra fiducia, sarà autonomo» nella gestione del cantiere.

«Sarebbe stupido che un'azienda come Fincantieri, che lavora nello stesso settore non sfruttasse sinergie che possono esserci» ha detto ancora Bono a management e sindacati.

«Sono poche le aziende che oggi possono dire "fra 10 anni noi ci saremo". Aspettiamo che questa avventura si concluda perché abbiamo tutti fretta di cominciare a lavorare», ha aggiunto Bono, precisando: «Negli ultimi 15 anni abbiamo consegnato 52 navi da crociera, ne abbiamo in portafoglio ordini altre 29 che sono destinate ad aumentare nel prossimo futuro. La nostra priorità sarà prepararci per il futuro».

Bono ha cancellato ogni «preoccupazione»:«Abbiamo molti progetti e clienti in comune, il cliente lo si convince con il prezzo e la qualità, non con le chiacchiere».

Bono ha detto di aver «incontrato il sindacato e l'impresa» e di aver dato loro «l'illustrazione del nostro progetto e degli accordi di principio e i punti essenziali firmati con il governo francese. Dal 13 di aprile scatta il mese di consultazione».

L' a.d. ha detto di aver «risposto a tutte le domande dei sindacati e spero di aver risposto bene. Noi non veniamo da un paese dove il sindacato non esiste, veniamo dall'Italia dove il sindacato è più o meno uguale a quello che c'è qui».

«Il modello di business di Fincantieri si è rivelato vincente perché accanto alla costruzione di navi da crociera abbiamo avuto tradizionalmente il Militare. Quindi vedo come molto positiva l'entrata nell' azionariato di DCNS», ha rimarcato l'amministratore delegato

«Se mettiamo DCNS, più il governo francese direttamente (con la quota che detiene), più il governo italiano che partecipa in Fincantieri, credo che pazzie non ne potremmo fare. E questa è la garanzia migliore».

«Sono convinto che questo glorioso cantiere possa finalmente raggiungere quella stabilità che negli ultimi anni non ha avuto. Noi non siamo l'investitore che arriva e scappa, siamo un investitore di mestiere, noi facciamo gli industriali, ovviamente vogliamo che il nostro investimento abbia un ritorno. Però abbiamo anche l'ambizione di spiegare alla finanza e agli investitori di cui abbiamo bisogno che uno dei principi fondamentali per gestire il successo di un'azienda non è soltanto vedere una riga di bilancio, di margine e di profitto - che è importante ovviamente - ma anche la stabilità nel tempo», ha concluso Bono.

 

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