Consumi, il 2020 è stato l’anno peggiore dal dopoguerra. Il conto più salato a Nordest
I dati del rapporto di Confcommercio che certifica un calo dell’11,7% per oltre 126 miliardi di euro. Tra le regioni in vetta per la contrazione più forte Veneto e Friuli Venezia Giulia
UDINE. Un conto che supera i 126 miliardi di euro. E’ il valore del calo dei consumi, pari a -11,7%, nel 2020 , il «peggior dato dal secondo dopoguerra»; un dato su cui pesa la riduzione del 60,4% della spesa dei turisti stranieri, pari ad una perdita di circa 27 miliardi di cui 23 concentrati prevalentemente nelle regioni del Centro-Nord; quanto alla spesa pro capite, il crollo della domanda ha comportato, mediamente, una riduzione di oltre 2 mila euro rispetto al 2019 riportando i consumi ai livelli del 1995.
A dirlo il rapporto di Confcommercio che rileva anche la ripresa, sostenuta dalle riaperture delle attività e il venir meno di molte restrizioni alla mobilità.
A maggio la crescita è del +14,2%, consolidando il recupero del Pil (+2,9 a giugno).
Ma per quanto il trend sia positivo, le previsioni per il 2021, seppur con consumi in ripresa del +3,8%, restano molto caute, soprattutto per le incognite sulla ripartenza del turismo internazionale; con la conseguenza che, in valore assoluto, la spesa pro capite, mediamente, non riuscirà a recuperare nemmeno un terzo di quanto perso durante la pandemia.
Nell’analisi del trend delle singole regioni, emerge come le contrazioni più significative della domanda, e ben superiori al dato nazionale e ripartizionale, si rilevano in Veneto, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia e Sardegna.
Per contro riduzioni inferiori al 9% si stimano in Trentino Alto Adige, Abruzzo, Basilicata e Puglia.
«Tra gli altri riscontri, per interpretare queste stime, si può fare riferimento alla quota della spesa degli stranieri sugli specifici territori regionali – spiega Confcommercio nel rapporto -: quote maggiori implicano maggiori cadute dei consumi, mitigate, nel caso del Trentino Alto Adige dalla crescita dei residenti, in controtendenza netta con il dato nazionale».
Pesante, sul bilancio 2020, l’assenza degli stranieri.
In valore al Fvg sono venuti a mancare 750 milioni di euro; al Veneto oltre 4 miliardi
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