Fincantieri firma l'accordo per Stx France e ottiene l'ok alla joint venture in Cina
TRIESTE - «Il governo cinese ha approvato ieri la joint venture» che Fincantieri ha prospettato con il Cantiere Cssc, che è il primo produttore mondiale di navi con un fatturato di oltre 30 miliardi di dollari.
Lo ha reso noto l'amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, rispondendo alla domanda di un azionista durante l'assemblea dei soci oggi a Trieste.
«Abbiamo già un accordo per la costruzione di due navi, più altre quattro in opzione», ha aggiunto Bono.
La jont venture prevede che le navi siano costruite in Cina senza sottrarre lavoro ai cantieri europei.
«Quella in Cina è un'operazione innovativa, coraggiosa, che espone l'azienda in maniera positiva» in una prospettiva di crescita, ha sottoleato il presidente della Fincantieri, Giampiero Massolo, sottolineando l'anticipazione data da Bono agli azionisti.
«È un'operazione ancora più innovativa di quella francese», ha concluso Massolo riferendosi all'acquisizione della partecipazione nei cantieri di Stx France.
«Con l'acquisizione di Stx France abbiamo un carico di lavoro che è di 36 mld di euro e puntiamo a raggiungere i 40 miliardi entro la fine dell'anno», ha aggiunto Bono
Al momento, Stx France, che ha 2.600 dipendenti e nel 2016 ha generato ricavi per 1,4 miliardi di euro, apporta un carico di lavoro di 12 miliardi di euro al gruppo Fincantieri.
Il colosso navalmeccannico italiano e Stx France - ha evidenziato Bono - arrivano insieme a coprire il 60% della quota mondiale delle costruzioni di navi da crociera.
Quella per Stx France è stata un'operazione «che abbiamo concluso nel migliore dei modi», ha ribadito Bono commentando la firma dell'accordo per l'acquisizione del 66,66% della società francese.
Bono ha ricordato di aver sempre voluto la presenza dello stato francese in Stx «che - ha aggiunto - ci lascia la gestione della società, riservandosi alcuni diritti».
«Sembra - ha aggiunto - che ci sia stata una battaglia. Io ribadisco "chapeau" allo stato francese che difende i propri insediamenti industriali, come auspico che faccia anche lo stato italiano».
«Stamattina - ha riferito Bono sorridendo e minimizzando la cosa - ho ricevuto molti complimenti nei quali mi hanno sottolineato che per la prima volta, dopo dieci anni, acquisiamo una società francese».
«L'Europa ha la necessità di consolidare la propria industria: la competizione al proprio interno nuoce all'Europa stessa. La competizione deve essere fra Europa e resto del mondo», ha proseguito nella sua relazione l'Ad.
«Siamo il primo costruttore navale europeo e dobbiamo crescere - ha sottolineato Bono riferendosi specificatamente a Fincantieri -. La sfida per il futuro è spingere ancora di più sulla strada del consolidamento dell'industria europea».
«Mogherini - ha ricordato Bono - ha detto che si dovrebbe partire con l'unificazione degli stati maggiori della difesa in Europa. Potremmo essere i primi a dare indicazione all'Europa che questa è la strada: l'Europa è nata pere evitare le guerre e mettere insieme le economie».
Bono ha ricordato l'impegno per l'acquisizioni di commesse per la costruzione di nove fregate in Australia dove - ha sottolineato - Stx France ha contratti per la costruzione di sottomarini e ora si possono ipotizzare «importanti sinergie».
L'assemblea degli azionisti di Fincantieri ha quindi approvato il bilancio 2016 che si è chiuso con il ritorno all'utile (14 milioni di euro a fronte di una perdita di 289 milioni di euro del 2015; 25 milioni di euro di utile di pertinenza del gruppo).
Il bilancio presenta una posizione finanziaria netta per 615 milioni (migliorativa sul target 2016) e un Ebitda a 267 mln (-26 mln nel 2015).
Il bilancio si è chiuso con ricavi per 4,429 miliardi di euro in crescita del 5,9% sul 2015; l'Ebitda margin è salito al 6% rispetto al -0,6% del 2015.
L'ad di Fincantieri, Giuseppe Bono, ha parlato di «esiti in linea con quanto indicato l'anno scorso: i target del piano industriale sono confermati, con un netto miglioramento rispetto al 2015».
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