Firmato l'accordo Confcommercio Udine-sindacati sulla detassazione dei premi di risultato
UDINE - Firmato tra Confcommercio Udine e Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil della provincia un accordo per la detassazione dei premi di risultato e partecipazione agli utili d’impresa. A
lla firma per Confcommercio il responsabile dell’area sindacale Giovanni Ricardi Di Netro, per la Cgil Francesco Buonopane, per la Cisl Diego Marini, per la Uil, a margine, Andrea Sappa.
Di fatto, fa sapere l’associazione, in linea con quanto previsto dalla legge 208/2015, i datori di lavoro aderenti a Confcommercio che intenderanno riconoscere dei premi legati al raggiungimento di obiettivi (dall’aumento del fatturato alla riduzione dei costi, dall’indice di soddisfazione dei clienti alla disponibilità del personale alle modifiche di orario, alla reperibilità e al servizio notturno), permetteranno ai propri dipendenti di beneficiare di una tassazione ridotta, con aliquota Irpef pari al 10% per importi fino a 3.000 euro all’anno.
Il datore di lavoro potrà consentire inoltre al lavoratore di optare per il pagamento del premio, in tutto o in parte, mediante erogazione di beni, prestazioni, opere o servizi, anche attraverso il rilascio di documenti di legittimazione nominativi, non monetizzabili o cedibili a terzi.
«Abbiamo puntato con convinzione su questa intesa – commenta il presidente provinciale Giovanni Da Pozzo – consapevoli delle potenzialità della contrattazione di secondo livello come valido strumento di promozione della produttività. Un intervento che mira a favorire l’incremento di qualità, redditività, innovazione ed efficienza organizzativa è sicuramente a vantaggio del lavoratore e dell’azienda assieme, in una sinergia virtuosa che dovrebbe stare alla base di ogni attività imprenditoriale».
Contestualmente Confcommercio Udine e le categorie hanno siglato una seconda intesa per l’estensione delle assunzioni con contratto a tempo determinato nel Ccnl Commercio, stipulate per incremento di attività (“picchi di lavoro”) durante la stagione estiva o invernale o per particolare afflusso nelle località a prevalente vocazione turistica (aree montane e pedemontane, aree marittime e siti Unesco), ampliando così le possibilità di ricorso al contratto a termine che erano state drasticamente ridotte dall’entrata in vigore del cosiddetto Decreto dignità.
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