Fusione Leonardo-Fincantieri? Solo senza le navi da crociera
TRIESTE - Le speculazioni su una fusione tra Leonardo e Fincantieri sono fuori luogo, ma «se Fincantieri separasse il settore crociera dalla Difesa avrebbe senso mettere insieme le rispettive attività di Difesa» anche se «non penso che vogliano vendere il business delle navi da crociera».
Lo ha detto l'amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo, in una intervista al Financial Times aggiungendo che il piano industriale, annunciato poco più di un anno fa, è sulla buona strada per «riportare Leonardo alla crescita sostenibile a lungo termine» con l'obiettivo di raggiungere una redditività a due cifre nei prossimi cinque anni.
Quanto all'impatto della Brexit sui programmi di Difesa, per Profumo «l'Europa sarà più debole senza una connessione molto forte con la Difesa nel Regno Unito, e il Regno Unito sarà più debole».
L'impatto di un no-deal sui «profitti e perdite della società non dovrebbe essere significativo», ha aggiunto, mentre ritiene più preoccupanti gli effetti a lungo termine della Brexit sulla cooperazione per la Difesa nei futuri programmi europei.
«Il sistema di Difesa di oggi è ancora molto frammentato e non è il modo migliore per spendere i nostri soldi come contribuenti», ha affermato spiegando che «più sistemi di Difesa abbiamo, più costi abbiamo. Perdere il Regno Unito come partecipante a questi programmi sarebbe una perdita per tutti».
In particolare, Profumo si è detto fiducioso riguardo alla collaborazione nel programma di aerei da combattimento Tempest e ha aggiunto che se «ci fosse una convergenza dei progetti sarebbe un bene per i contribuenti».
L’indagine dell’antitrust Ue sull’alleanza tra Stx France e Fincantieri «sta andando avanti» e non ci sono scadenze, mentre il colosso italiano sta preparando «la propria documentazione» per convincere Bruxelles.
Così il presidente di Fincantieri, Giampiero Massolo, a margine di un evento in Assolombarda, a Milano.
«La procedura - prosegue Massolo - sta andando avanti, siamo alla fase del contatto informale tra aziende e Commissione, che non ha una scadenza precisa, poi ci sarà una fase più formale con delle scadenze».
Fincantieri, spiega ancora il presidente del gruppo, «sta continuando a preparare la propria documentazione, siamo abbastanza convinti che il nostro sia un caso valido, tende a mettere l’industria europea in una situazione di maggiore competitività sui mercati mondiali. Infine - chiarisce Massolo - non riteniamo che da questo punto di vista ci sia una situazione di rischio per la concorrenza in Europa, riteniamo invece che ci siano molte opportunità proprio sotto il profilo delle collaborazioni industriali«.
L’antitrust Ue ha aperto un’indagine su richiesta di Francia e Germania. A chi gli chiede se la recente commessa in Francia di Fincantieri sul progetto Vulcano potrebbe essere un buon viatico a una decisione positiva della Ue, il presidente di Fincantieri risponde: "Assolutamente si, l’idea che da parte francese si commissionino quattro navi logistiche ad avanzato contenuto tecnologico sulla base di un modello italiano è da un lato un esempio tangibile di come possa funzionare la collaborazione come polo militare italo-francese, dall’altro dimostra proprio nei fatti la concorrenzialità del prodotto italiano".
E rispetto all'alleanza con Leonardo, "È vero che in generale in tutti i Paesi, man mano che si sviluppano le situazioni di concorrenza sui mercati internazionali, anche i settori dell'industria della difesa devono tendere sempre maggiore razionalizzazione, ma parlare di piani mi sembra assolutamente immotivato e prematuro", ha aggiunto Giampiero Massolo,
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