Fedrigoni, fatturato in crescita e tre nuove acquisizioni

Ricavi a 1,76 miliardi. L’Ad Marco Nespolo: «Siamo ottimisti per il futuro, nonostante le tensioni per la guerra in Ucraina»

VERONA. Il Gruppo Fedrigoni chiude il suo anno solare (marzo 21-marzo 22) con numeri di bilancio in forte crescita. Il Gruppo, tra i maggiori operatori al mondo nelle etichette e materiali autoadesivi premium e nelle carte speciali per il packaging di lusso e altre soluzioni creative, ha infatti raggiunto un fatturato di 1.760,2 milioni di euro, un Ebitda Adjusted di 250 milioni e un Ebitda Adjusted Proforma di 258,7 milioni.

Risultati superiori rispetto al già ottimo andamento del bilancio 2021, che si è chiuso a dicembre con un fatturato di 1.602,9 milioni di euro (+22% rispetto al 2020)), un Ebitda Adjusted di 214,8 milioni (+29%) e un Ebitda Adjusted Proforma di 221 milioni (+12%).

Numeri estremamente positivi anche per il primo trimestre 2022 (gennaio-marzo): 517,7 milioni di euro di fatturato e 83,5 milioni di Ebitda Adjusted. Una crescita costante che dimostra l’efficacia con cui l’azienda sta attuando il suo piano di sviluppo, mentre l’economia mondiale sta attraversando, da ormai due anni, profonde turbolenze. La crescita continua ha portato il Gruppo a diventare il primo operatore al mondo nelle etichette per i vini e nelle carte speciali per il packaging di lusso e il terzo nei materiali autoadesivi, con 4.500 persone in 27 Paesi, 52 centri di produzione, taglio e distribuzione e 25.000 prodotti, cui si aggiungono le migliaia di soluzioni realizzate in esclusiva per i grandi brand della moda e del lusso.

«È stato un anno di grande intensità - commenta Marco Nespolo, amministratore delegato del Gruppo Fedrigoni - ma siamo riusciti a portare avanti con determinazione il nostro piano strategico e a garantire la piena continuità del business, tenendo fede agli impegni presi con i clienti, grazie a un intervento preventivo sui nostri processi, sugli approvvigionamenti e sui trasporti, in modo da fronteggiare il protrarsi dell’emergenza sanitaria e la carenza e il rincaro delle materie prime. E, considerati gli ottimi risultati in particolare degli ultimi 12 mesi (marzo 2021-marzo 2022), rimaniamo ottimisti per il futuro, nonostante le tensioni per la guerra in Ucraina».

«Abbiamo proseguito sul piano di attrazione dei talenti (oltre 377 nuove assunzioni in tutto il mondo, 900 negli ultimi tre anni) e sulla loro crescita - continua Nespolo - ed esteso la nostra presenza globale in Europa, America Latina, USA e Asia, grazie ad aperture in UK, Polonia, Cina, Indonesia, Filippine e a tre nuove acquisizioni per rafforzare il nostro posizionamento sul mercato, ampliare la capacità produttiva e arricchire il nostro portafoglio di prodotti premium. Abbiamo infatti acquisito l’americana Acucote, la messicana Rimark e il 70% di una newco, in joint venture con Tecnoform, per la produzione di soluzioni innovative per il packaging in cellulosa termoformata, che insieme alle operazioni di M&A condotte nel primo trimestre 2022 (l’azienda spagnola Divipa e la francese Tageos specializzata nell’RFID) hanno fatto salire a 8 le acquisizioni degli ultimi 3 anni. Abbiamo inoltre spinto l’acceleratore sugli investimenti, con oltre 66,6 milioni di euro investiti lo scorso anno (+40,4% rispetto al 2020) per aumentare la capacità produttiva e sviluppare nuovi prodotti; budget che intendiamo ulteriormente incrementare per il 2022».

Da notare che il fatturato Fedrigoni è distribuito tra distribuito tra Italia (393,5 milioni), Europa (752,2 milioni) e resto del mondo (457,2 milioni). Fedrigoni punta anche sulla sostenibilità, con una riduzione delle emissioni di anidride carbonica e un aumento dei volumi di riciclaggio di acqua. «Un altro importante ruolo di Fedrigoni - conclude Nespolo - è quello di supportare i clienti nella transizione ecologica: dalla sostituzione della plastica con materiali più ecologici come la carta, alla creazione di materiali autoadesivi che nascano da materie prime sempre più riciclabili, fino al supporto dei clienti nella gestione sostenibile dei rifiuti che vengono riusati come materie prime in nuove filiere, anziché essere destinati alla discarica, secondo un modello virtuoso di circolarità».

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