Ferriera Valsider, l’acciaio italiano di Metinvest
Il Gruppo ucraino controlla l’azienda veronese e la friulana Trametal. Valsider ha chiuso il 2020 con 350 milioni di euro di fatturato, 120 mila tonnellate di lamiere prodotte e 531 mila tonnellate di coils
VERONA. Il nuovo Ponte San Giorgio a Genova, le navi di Fincantieri, le paratoie del Canale di Panama di Cimolai, l’infrastruttura stradale tra Calabria e Puglia (progetto “Jonica”).
Sono alcuni dei prodotti realizzati grazie all’acciaio di Ferriera Valsider (e degli stabilimenti Trametal ), azienda di Oppeano (VR), parte del grande gruppo siderurgico ucraino Metinvest.
Ferriera Valsider è quindi uno dei più importanti operatori nel mercato europeo dei prodotti piani, fornendo lamiere da treno e coils a caldo (nel settore siderurgico i nastri metallici avvolti in una serie di spire prendono il nome di coils, ndr) di elevata qualità.
Quest’anno l’azienda compie venti anni di attività ed è guidata da un brillante ingegnere ucraino, Viktor Dembytskyy, che ha iniziato a lavorare nella metallurgia subito dopo la laurea ed è stato operaio, impiegato, dirigente, fino a diventare amministratore delegato sia di Ferriera Valsider che della Trametal di San Giorgio di Nogaro (UD), quindi – di fatto – il numero uno del Gruppo Metinvest in Italia.
«Anche mio padre e mio figlio sono metallurgici – racconta – ma la mia prima esperienza manageriale è stata nell'esercito, dove ero sergente. Poi, ho completato la mia formazione con un master in gestione e amministrazione. Da quattro anni sono in Italia e sono soddisfatto del lavoro svolto finora a Verona, dove stiamo introducendo un efficace sistema di gestione della manutenzione, della qualità, della salute e sicurezza».
Il 2020 ha patito le conseguenze del coronavirus anche nel settore siderurgico, dal momento che alcuni settori chiave per la filiera dell’acciaio come automotive, ingegneria meccanica, carpenteria e cantieristica navale hanno visto le imprese ridurre gli ordinativi. Ma i numeri di Ferriera Valsider sono comunque di tutto rispetto, visto che ha chiuso l’anno con oltre 350 milioni di fatturato, 144 dipendenti, 120mila tonnellate di lamiere prodotte e 531mila tonnellate di coils. Ferriera, come detto, fa parte del grande Gruppo Metinvest.
«Come gli altri laminatoi europei di Metinvest Group, che oggi sono quattro, di cui appunto due in Italia (Valsider e Trametal), lo stabilimento è sufficientemente autonomo - spiega Dembytskyy - entro limiti determinati dall'efficienza operativa. Naturalmente ci sono regole, valori e linee guida comuni all’intero Gruppo. Qui ci sono prodotti di qualità, uno stabilimento efficiente, che porta profitto, un mercato di vendita che è per la metà nazionale e per l’altra metà europeo, con sbocchi soprattutto in Germania, Francia ed Austria. Abbiamo obiettivi specifici per le nostre aree chiave, ovvero salute e sicurezza sul lavoro, sviluppo dei dipendenti, miglioramento della qualità del prodotto e dell’affidabilità degli impianti, ottimizzazione dei costi».
Quali sono i vantaggi di lavorare nel nord est del Paese?
«Tra i vantaggi evidenti il fatto che si tratta di una regione industriale. C'è un mercato di prodotti, risorse umane, impianti e pezzi di ricambio, imprese specializzate. Ma c'è molta concorrenza, anche sul mercato del lavoro. Trovare e mantenere uno specialista qui è difficile. Anche per questo siamo alla ricerca di figure specializzate per il nostro settore».
Qualità ed ambiente, in cosa si sostanzia la vostra attenzione a questi aspetti?
«I nostri prodotti sono usati per costruire navi, ponti e molte altre cose necessarie alle persone – afferma l’Ad di Ferriera Valsider – dobbiamo farlo con una qualità assoluta e posso dirle che siamo prossimi allo “zero errori”. Quanto all’ambiente, ognuno di noi ha una responsabilità personale per la vita e la salute, la propria e quella di chi ci circonda. Non è uno slogan, abbiamo un lavoro specifico e sistematico per ridurre il nostro impatto sull'ambiente. Non a caso intorno al nostro stabilimento crescono frutteti e vigneti….».
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