Il jeans diventa sostenibile. Carrera Jeans ottiene il Si Rating
L’azienda veronese al lavoro su un progetto di trasformazione dei capi usati in abbigliamento e accessori per cani. Il 2021? «Il migliore anno degli ultimi 20», conferma il ceo Gianluca Tacchella
VERONA. Sostenibilità declinata in fatti - magari uscendo «dall’uso di questo termine per soli fini di marketing» - che si dipana sull’intera filiera del jeans che è “il” prodotto di Carrera Jeans, storica azienda veneta con sede a Caldiero (Verona), tra prime ad ottenere il "Si Rating - Sustanability impact rating", indice creato da ARB SPA ed è basato su strumenti internazionalmente riconosciuti in grado di misurare la sostenibilità dei criteri ESG e dei 17 obiettivi delle Nazioni Unite.
E così Carrera Jeans agguanta un altro primato, dopo quello «dell’utilizzo della blockchain – spiega il ceo Gianluca Tacchella – per garantire la tracciabilità dell’intera filiera».
Certificazione perchè?
«Diciamo che la sostenibilità è un processo che investe tutta la catena della produzione e che guarda ai vari aspetti, da quello ambientale alla governance, dai rapporti con i fornitori all’aspetto sociale. Ma io credo sia anche altro, è un modo di essere. Se i tuoi comportamenti sono coerenti, se fai le cose come davvero devono essere fatte, sei già sostenibile. Ovviamente non è sufficiente che lo dichiari tu, è necessario che qualcuno verifichi le affermazioni e quindi “certifichi” ciò che fai».
E’ un risultato?
«E’ un punto di partenza»,
Che cosa dice la certificazione?
«Sulla gestione ambientale del prodotto, abbiamo raggiunto un risultato del 70%, perché, oltre alla filiera integrata, stiamo concretamente gettando le basi per l’avvio di un progetto di riciclo dei prodotti usati, per rimetterli, rigenerati, sul mercato».
Una nuova vita…
«Una nuova vita con nuovi utilizzi».
Ovvero?
«Il capo può essere ritirato, distrutto e trasformato in qualcos’altro, ma il processo, se guardiamo alla sostenibilità, non è a impatto zero. L’opzione a cui siamo orientati è un’altra: prendere il jeans e trasformarlo direttamente in qualcosa d’altro».
Ad esempio?
«Stiamo realizzando capi d’abbigliamento per cani e cuscini, sempre destinati ai nostri amici a quattro zampe».
Venendo ai numeri, com’è andato il ‘21?
«In termini di risultati è stato l’anno migliore degli ultimi 20 con ricavi in crescita del 6% rispetto al 2020, attorno ai 38 milioni di euro».
Avete investito molto anche nell’apertura di punti shop.
«Vero, ci siamo ampliati molto. Diciamo che siamo una “mosca bianca” come strategia rispetto allo standard del nostro settore, portando i nostri prodotti anche in luoghi non convenzionali, certi del valore del nostro brand, della sua storia e della riconoscibilità dei nostri capi».
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