Il piano green Fincantieri per le navi all’idrogeno che piace all’Europa: così salviamo l’ambiente
TRIESTE È stato l’economista Jeremy Rifkin, in un saggio dei primi anni Duemila, a individuare all'orizzonte un nuovo modo di sfruttare l'energia in grado di «rivoluzionare la civiltà»: l'economia all'idrogeno. La materia di cui sono fatte le stelle e il sole. Si trova in tutti gli esseri viventi, nell'acqua e nei combustibili fossili. Potrebbe essere la seconda rivoluzione dopo quella di Internet. Tramonterebbe le geopolitica del petrolio: «La rete energetica mondiale dell'idrogeno sarà la prossima rivoluzione economica, tecnologica e sociale della storia». L’idrogeno applicato alla propulsione delle navi e al risparmio energetico. Sono questi i nuovi scenari industriali dove Fincantieri, come ha spiegato di recente il presidente Giampiero Massolo, oggi è in prima linea: «Con il Recovery fund puntiamo anche a progetti sulle batterie al litio per arrivare alle navi a idrogeno. Una grande sfida».
Di recente, insieme con le altre aziende partecipate pubbliche, il gruppo guidato da Giuseppe Bono ha presentato al Mise i progetti in materia di innovazione e di energia verde da finanziarie con il Recovery Fund. Su quali obiettivi? «Il cuore del business di Fincantieri sono le navi da crociera e militari ma negli anni abbiamo molto diversificato la produzione - ha spiegato Massolo in una conversazione con il Sole 24 Ore. Tutto ciò ci spinge ad essere "smart" nella gestione degli impianti e l'emergenza Covid ha accelerato questa spinta verso la sostenibilità, interconnessa, tra sistema nave e sistema-porti».
A Trieste si cerca di “disegnare” industrialmente un futuro in cui le navi saranno sempre più green. «Stiamo trovando la nostra via d'uscita dalla crisi Covid-19. Con il recovery plan, abbiamo un'opportunità eccezionale per gli investimenti verdi. Vedo l’inizio di una rivoluzione per una nuova economia dell’idrogeno in Europa. Abbiamo opportunità immediate nelle nostre mani. E nella nuova economia del’idrogeno Fincantieri è un’eccellenza»: sottolinea Kadri Simson, commissario europeo all’energia. Intervenendo di recente all’ European Hydrogen Forum, Simson ha ricordato il prototipo Zeus, un’unità navale sperimentale alimentata tramite fuel cell (cella a combustibile) realizzata da Fincantieri nel cantiere di Castellamare di Stabia: «Stiamo vedendo opportunità nel trasporto marittimo grazie a Fincantieri, che ha iniziato a lavorare sulla prima Zero Emission Ultimate Ship». La ricerca alla base del prototipo Zeus punta a migliorare la sostenibilità ambientale di navi cruise, mega-yacht, traghetti, ferry e navi da ricerca oceanografica, attraverso la riduzione delle emissioni di gas effetto serra. Un progetto che coinvolge, oltre a Fincantieri, le società del gruppo Isotta Fraschini Motori.
Il gruppo di Bono ha inoltre avviato un secondo laboratorio presso l’Area Science Park di Trieste in collaborazione con l’Università di Trieste, con l’obiettivo di testare impianti di generazione basati su differenti tipologie di fuel cell. Ci vorrà almeno un decennio per raggiungere una riduzione delle emissioni del 55% tuttavia la crisi da Covid-19 ha messo in campo enormi risorse finanziarie a livello europeo che possono accelerare i tempi: «Grazie al Recovery plan abbiamo un’opportunità eccezionale per gli investimenti verdi nel trasporto marittimo proprio grazie a Fincantieri», commenta Simson.
Nel corso degli anni il gruppo triestino ha avviato numerosi progetti di ricerca per studiare e verificare l’applicabilità delle tecnologie ad idrogeno e delle fuel cells a bordo delle navi, sia con risorse proprie sia con il supporto di programmi di ricerca ed innovazione finanziati a livello nazionale: «Queste iniziative sono cruciali per la sostenibilità futura a livello globale. Fincantieri, da sempre attenta a queste tematiche, studia la generazione e la distribuzione dell’energia a bordo delle navi da crociera, traghetti e megayacht.
Per questo molte delle iniziative di ricerca e innovazione del gruppo sono focalizzate all’aumento del grado di elettrificazione delle navi e all’uso di vettori energetici sostenibili», si sottolinea nel quartier generale del gruppo a Trieste. «Tutto ciò ci spinge ad essere "smart" nella gestione degli impianti e l'emergenza Covid ha accelerato questa spinta verso la sostenibilità», ha spiegato Massolo. —
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