La veronese Karrell specialista nei magazzini automatizzati e intelligenti

Il segmento della “intralogistica” cruciale nella movimentazione delle merci e nell’ottimizzazione degli spazi. «Il noleggio “full service” di carrelli elevatori e magazzini automatici parte rilevante dei nostri 40 milioni di ricavi»

Edoardo Bus
La sede Karrell di Salorno
La sede Karrell di Salorno

VERONA. Karrell compie vent’anni e si afferma come leader di mercato nel settore della cosiddetta “intralogistica”, dove è fornitrice di attrezzature per la movimentazione interna ed il magazzinaggio. L’azienda, che ha la sede principale a Verona e secondarie a Salorno (Bolzano) e Mantova, è stata anche una delle 78 imprese nazionali premiate con il “Welfare Champion 2020” dalla Presidenza del Consiglio. 40 milioni di fatturato, 110 dipendenti ed una flotta di 4mila carrelli elevatori, Karrell cresce, e assume personale, anche grazie al progressivo sviluppo dell’automazione nella gestione degli spazi interni e dei magazzini.

Automazione completa

«Il futuro potrebbe anche portare ad una completa automazione dei magazzini – afferma Filippo Ghezzer, socio ed amministratore delegato di Karrell – con una conduzione da remoto dei mezzi e delle macchine. Nel presente stiamo osservando un crescente interesse verso il noleggio “full service” di carrelli elevatori e magazzini automatici, che costituisce una parte rilevante dei nostri ricavi».

Filippo Ghezzer
Filippo Ghezzer

Secondo Karrell l’Italia sta diventando sempre più una piattaforma logistica per l’Europa, con Verona a recitare un ruolo da protagonista con centri quali il Quadrante Europa e il nuovo grande polo a Nogarole Rocca, in un’un’area nella quale si è già insediata una firma come Zalando. Questo favorisce la concentrazione di merci in ampi spazi che hanno la necessità di una movimentazione precisa, veloce e ambientalmente sostenibile.

Il comandamento della sostenibilità

«Il 95% dei nostri mezzi è ormai elettrico – dice Ghezzer – e nella stessa percentuale è assicurato il riciclo dei materiali, dal ferro al piombo. Noi, con i nostri sistemi di gestione, siamo in grado di assicurare ai clienti efficienza, qualità e sicurezza». Del resto Karrell è un caso di scuola sui manuali Ipsoa, come azienda tra le primissime in Italia ad aver adottato il modello di organizzazione, gestione e controllo della legge 231. Nel futuro, si diceva, ci sarà sempre più automazione. «Collaboriamo con Politecnico di Milano e con Ubiquicom – aggiunge Ghezzer – per fornire ai clienti le più avanzate tecnologie, come sistemi di localizzazione, posizionamento in tempo reale, telemetria. Si sta andando davvero verso l’internet delle cose». Ma anche verso dispositivi venduti da Karrell come “FaceONE”, un terminale di controllo accessi biometrico con riconoscimento del volto, della mascherina e della temperatura corporea.

Responsabilità sociale d’impresa

Karrell sente forte anche la responsabilità sociale d’impresa. È “Welfare Champion” per le sue iniziative in aree quali previdenza integrativa e sanità integrativa, servizi di assistenza, polizze assicurative, conciliazione vita e lavoro, sostegno economico, formazione, sostegno all’istruzione di figli e familiari, cultura e tempo libero, sostegno ai soggetti deboli, sicurezza e prevenzione. Inoltre, sostiene i progetti sociali di Fondazione Fontana in Kenia.

Due soci

Karrell, che è anche concessionario Still, è guidata da due soci, il presidente Ezio Montel e Filippo Ghezzer.

Ezio Montel e Filippo Ghezzer
Ezio Montel e Filippo Ghezzer

Noti a Verona anche per la sponsorizzazione della locale squadra di pallavolo, Blu Volley, ma pure a Conegliano, dove sono al fianco di Imoco Volley e delle ragazze campionesse d’Europa.

Karrell al fianco di Imoco Volley e delle ragazze campionesse d’Europa
Karrell al fianco di Imoco Volley e delle ragazze campionesse d’Europa

Un motivo in più per fare festa, oltre a quella che ci sarà il prossimo 10 settembre a Salorno, in provincia di Bolzano, dove la storia è cominciata. «Nel 2001 Montel ed io eravamo a New York – racconta Ghezzer – quando lui è stato raggiunto da una telefonata del suo ex socio che gli annunciava che avrebbe lasciato. Abbiamo deciso in quel momento di iniziare a collaborare insieme e l’azienda è cresciuta in fretta, anche grazie ad una fusione».

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