Ovs cresce: è suo il 9% del mercato italiano
Nel secondo trimestre le vendite sono aumentate del 35,4% nel confronto con lo stesso periodo dello scorso anno (a quota 369,7 milioni di euro), mentre l’Ebitda è balzato in avanti del 50,9% a 36,1 milioni
MESTRE. Ovs arriva al 9% del mercato italiano e lancia un bond legato a obiettivi di sostenibilità, mentre continua a guardarsi intorno valutando eventuali, nuove acquisizioni.
Sono alcuni degli spunti emersi nel corso dell’incontro che l’amministratore delegato Stefano Beraldo ha tenuto con la stampa finanziaria a Milano.
«Come tutte le aziende del settore, abbiamo pagato uno scotto importante alla pandemia, con le chiusure che ci hanno penalizzato soprattutto nel 2020, ma abbiamo retto meglio, tanto da arrivare al 9% del mercato nazionale, ben un punto in più rispetto a dodici mesi fa» ha spiegato il manager-imprenditore.
Un progresso messo a segno a fronte di un perimetro di negozi sostanzialmente invariato, con una spinta decisiva da parte delle vendite online.
Del resto, nel secondo trimestre le vendite sono balzate del 35,4% nel confronto con lo stesso periodo dello scorso anno (a quota 369,7 milioni di euro), mentre l’Ebitda è balzato in avanti del 50,9% a 36,1 milioni.
Questo andamento ha consentito di abbattere la posizione finanziaria netta da 410,6 a 318,2 milioni di euro, con una riduzione dell’esposizione debitoria nell’ordine del 22,5%.
«Con la semestrale si è chiuso un ciclo e ora se ne apre un’altra, in cui accelereremo nel percorso di crescita, completando il percorso verso la sostenibilità” ha aggiunto Beraldo.
Un segnale del cambio di passo è il lancio del primo bond sustainability linked di gruppo. Si tratta di particolari emissioni obbligazionarie il cui rendimento è legato al raggiungimento di particolari obiettivi in tema di sostenibilità. «Nel nostro caso – ha precisato il manager - il tasso minimo è del 2%, ma salirà dello 0,25% se non riusciremo ad abbattere nell’ordine del 21% le emissioni di CO2 nell’aria».
I sustainability linked bond si differenziano dai green bond in quanto questi ultimi vengono emessi per raccogliere denaro destinato alla realizzazione di progetti sostenibili (ad esempio la realizzazione di un impianto fotovoltaico), mentre i primi non sono finalizzati necessariamente a iniziative “verdi”, ma il raggiungimento o meno di risultati in questo ambito ne influenza il rendimento.
Nel caso della società di abbigliamento l’emissione partirà il 27 ottobre e sarà da 150 milioni di euro, con possibilità di salire a 200 milioni in caso di domanda particolarmente intensa.
«Riteniamo che la domanda risulterà sostenuta soprattutto tra gli investitori istituzionali, ma non escludiamo l’interesse da parte della clientela retail (complice il taglio minimo da mille euro, ndr)» ha sottolineato Beraldo.
La raccolta consentirà di migliorare ulteriormente la struttura finanziaria della società, riducendo il costo complessivo del debito, liberando risorse per realizzare sistemi di produzione energetica con pannelli fotovoltaici e sostituire i sistemi illuminanti con altri a minore dispersione di calore.
Infine, uno sguardo alla crescita futura, che sarà soprattutto per linee interne, senza comunque escludere nuove acquisizioni. «Abbiamo dimostrato di essere un consolidatore del mercato: per il futuro – ha concluso l’Ad – non sono escluse nuove operazioni simili a quella di Stefanel».
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