Sperlari si aggiudica Paluani per 7,6 milioni di euro

La società cremonese, controllata dai tedeschi di Katjes International Gmbh, è stata l’unica offerente nella gara bandita dal Tribunale di Verona. Tobias Bachmüller: «Con l’ingresso di Paluani, Sperlari rafforza ancora di più la sua già solida leadership di mercato, realizzando un’integrazione ad alto potenziale»

VERONA. Come Nordest Economia aveva anticipato tre mesi fa alla fine Paluani diventa di proprietà di Sperlari.

La società cremonese, controllata dai tedeschi di Katjes International Gmbh, ieri è stata infatti l’unica offerente nella gara bandita dal Tribunale di Verona, con un’offerta pari a 7 milioni e 600mila euro, ovvero il prezzo fissato dal tribunale stesso, superiore di centomila euro alla prima offerta di Sperlari.

A questo punto toccherà alla “società delle caramelle” tirare fuori dal concordato prefallimentare Paluani, attraverso un piano di ristrutturazione del debito, pari a ben 43 milioni. Il trasferimento ufficiale alla nuova proprietà dovrebbe avvenire entro il primo agosto e prevedere l’ingresso nel nuovo Gruppo di 48 dipendenti Paluani, che sono in cassa integrazione fino a fine agosto, dopo aver lavorato nel corso della campagna pasquale, per iniziare a lavorare alla prossima campagna natalizia. A questo punto passeranno a Sperlari Bakery srl, stabilimento, marchi, licenze e linee produttive adibite alla preparazione dei dolci tipici da ricorrenza, ed in particolare del pandoro. Il corrispettivo di 7,6 milioni di euro dell’offerta di Sperlari include circa 3,3 milioni per i beni immobili e gli impianti industriali di Dossobuono, 557 mila euro per il magazzino attuale, 1,48 milioni per gli altri beni dell’azienda e 2,13 milioni quale valore delle prospettive di avviamento e profittabilità dell’azienda, anche in considerazione del rilancio industriale della stessa azienda, conseguente all’intervento di Sperlari.

Lo stabilimento Sperlari
Lo stabilimento Sperlari

A tale corrispettivo dovrà essere aggiunto poi il corrispettivo per il magazzino campagna natalizia (circa 400mila euro). Esce quindi definitivamente di scena la proprietà veronese rappresentata dalle note famiglie Campedelli e Cordioli, la cui grave difficoltà è in gran parte dovuta alle disgraziate vicende del Chievo, squadra di calcio di fatto fallita, di cui Paluani è proprietaria all’82%.

Entrano i tedeschi di Katjes, proprietari di Sperlari dal 2017, di cui è numero uno Tobias Bachmüller, che nei mesi scorsi ha assunto anche le redini dell’azienda cremonese, dopo l’addio alla società da parte del precedente AD Piergiorgio Burei.

Tobias Bachmuller
Tobias Bachmuller

«Sperlari e Paluani sono brand che appartengono entrambi alla storia dell’industria dolciaria italiana – dichiara Tobias Bachmuller, azionista di Katjes e CEO di Sperlari – l’acquisizione consente a Paluani di proteggere e rilanciare un enorme valore sia in termini industriali che di marca e a Sperlari di rafforzare la sua leadership nel mondo del Natale. Per Sperlari si tratta di un’acquisizione strategica: da sempre protagonista del Natale – aggiunge Bachmuller – l’azienda avrà l’opportunità di ampliare ancora di più l’offerta a disposizione del consumatore, già oggi molto ricca. Con l’ingresso di Paluani, Sperlari rafforza ancora di più la sua già solida leadership di mercato, realizzando un’integrazione ad alto potenziale. Sperlari e Paluani hanno enormi margini di sinergia e collaborazione – conclude – che potremo iniziare a valorizzare già dalla prossima stagione natalizia».

Fondata nel 1836, Sperlari è leader in Italia nei mercati dei prodotti stagionali (torrone e mostarda) e dei dolcificanti, ed è il terzo player nel mercato delle caramelle. I brand più conosciuti sono Sperlari (caramelle – gelées alla frutta e molte altre), il torrone, i torroncini ed i Morbidelli, la mostarda, Saila (caramelle rinfrescanti di liquirizia e menta), Galatine (le storiche, originali tavolette al latte), Dietorelle (caramelle senza zucchero) e Dietor (dolcificanti). Sperlari impiega oltre 400 dipendenti presso i propri uffici di Milano e Cremona e quattro siti produttivi.

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