In Electrolux le donne si mobilitano per lo sciopero dell'8 Marzo. Contro la violenza e per la vera parità di genere

Anche in un Gruppo in cui le discriminazioni di genere non ci sono, a fronte di un'occupazione che per oltre il 50% è femminile, solo in poche hanno funzioni di comando. Ma le donne sono l'80% di coloro che viene colpito da patologie professionali causate dai movimenti ripetitivi

SUSEGANA - In occasione della Festa della donna, scenderà in campo per la prima volta lo “Sciopero internazionale delle donne” contro la violenza e discriminazioni di genere.

Organizzato in 40 Paesi nel mondo da movimenti e sindacati.

"Giornata di lotta e di piazza l’8 Marzo perché va distrutta la cultura della violenza attraverso la formazione, vogliamo decidere sulla salute e sui nostri corpi, vogliamo la parità salariale sui posti di lavoro, vogliamo essere rispettate nel lavoro e che sia rispettata la nostra salute sul lavoro, vogliamo che i diritti e la parità lavorativa e riproduttiva non siano per pochi ma per tutti, vogliamo un welfare pubblico e maggiori diritti nella genitorialità e nelle cure parentali. Questo non è uno sciopero solo delle donne ma una battaglia per tutte e tutti" spiegano le lavoratrici dell'Electrolux di Susegana.

"Lo sciopero dell'8 marzo è legale ed è indetto per i tutte e tutti i dipendenti italiani pubblici e privati. Donne e uomini lo possono fare, senza altre autorizzazioni se non la loro coscienza e voglia di esserci per lottare. Tutto questo parte dai movimenti femministi del mondo, che da mesi stanno scrivendo un piano anti-violenza, e desideriamo parlare a tutte quelle persone che subiscono ogni giorno violenza fisica, psicologica ed economica, in forme più o meno evidenti. Discriminazioni subite che spesso non sono immediatamente percepite neanche dalle donne che ne sono colpite, ma condizioni reali e persistenti".

"All'Electrolux dove lavoriamo - proseguono - ci dicono le discriminazioni di genere, cioè verso le donne, non ci sono. E' apparentemente vero, ma... Le donne sono più del 50% del totale occupati ma quelle in posizioni di comando sono poche unità in rapporto agli uomini che sono molti di più. E le donne, pur essendo più del 50% delle operaie, sono meno del 20% di coloro che percepiscono super minimi, tra tutti coloro che li ricevono. Le donne sono più del 50% ma sono oltre il 80% tra chi è colpito da malattie professionali da movimenti ripetuti e lavori usuranti; sono donne le più sfruttate. Persino sugli strabilianti e discriminatori premi aziendali da migliaia e migliaia di euro, che saranno pagati il 10 marzo e solo alla linea di comando aziendale, dai capi squadra a salire fino ai vertici apicali del gruppo, dove si aggiungono zeri, pochissime donne lo percepiranno, e a parità di mansione e livello dei loro colleghi maschi, le pochissime donne “fortunate” riceveranno mediamente un premio inferiore, in quanto spesso la loro retribuzione annua, su cui calcolano questi premi, è più bassa".

"Usura, retribuzioni, ruoli... sono alcune delle discriminazioni che convivono nella nostra società e nei luoghi di lavoro, a cui si aggiungono violenze verbali, molestie da chi pensa che l'essere donna significhi, tutto sommato, essere inferiori".

L'8 Marzo "Non una di meno, sciopero internazionale delle donne" e di coloro che sono contro violenza e discriminazioni di ogni genere.

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