In Veneto diminuiscono le crisi aziendali

Pubblicato il report del primo trimestre 2017 di Veneto Lavoro. In flessione anche l'utilizzo della cassa integrazione

VENEZIA - Nel primo trimestre 2017 le comunicazioni di avvio delle procedure di crisi sono diminuite del 45% rispetto allo stesso periodo del 2016, per un totale di 77 comunicazioni (con 74 aziende coinvolte) a fronte delle 140 del 2016.

In calo, di conseguenza, anche il numero di lavoratori potenzialmente coinvolti dalle crisi (1.421 a fronte dei 3.241 del 2016) e di accordi sottoscritti tra le parti sociali (63 contro 134).

I dati del Report sulle Crisi aziendali, a cura dell'Osservatorio del mercato del lavoro di Veneto Lavoro, confermano così un trend in corso dalla fine del 2014.

Sul fronte degli ammortizzatori sociali, i dati Inps segnalano nel periodo gennaio-marzo 2017 un calo delle ore autorizzate di Cassa integrazione ordinaria (Cigo), pari a 3,8 milioni (-28%), e di Cassa integrazione straordinaria (Cigs), circa 5,3 milioni (-31%). Una quota sempre più rilevante di attivazioni di Cigs è riconducibile ai contratti di solidarietà, che con il Jobs Act sono diventati causa specifica di Cigs.

Tale circostanza ne ha incentivato in vari modi il ricorso: attualmente circa la metà del totale delle attivazioni di Cigs riguarda contratti di solidarietà, con picchi del 90% a fine 2016. In crescita invece la Cassa integrazione in deroga, con circa 1 milione di ore utilizzate (+42%).

I lavoratori con contratto a tempo indeterminato licenziati a seguito di procedure collettive, che dal 1° gennaio 2017 non beneficiano più dell'indennità di mobilità ma della Naspi, sono stati 880 (meno di 300 al mese), mentre nel 2016 erano risultati 1.165. In lieve aumento invece i licenziamenti individuali (per giusta causa, giustificato motivo oggettivo o soggettivo, cessazione di attività e risoluzioni consensuali).

La crescita riguarda quasi esclusivamente i lavoratori stranieri (+24,6%) ed è correlata all'introduzione, da marzo 2016, dell'obbligo delle dimissioni online, che avrebbe portato molti datori di lavoro stranieri a preferire una procedura di licenziamento, considerata una modalità burocratica più agevole.

Qui il rapporto integrale di Veneto lavoro:

 

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