Istat: ripresa prosegue, ma a ritmo moderato

Andamento a due velocità per famiglie (fiducia in aumento e bassa inflazione) e imprese (ridotte prospettive di crescita)

«Le prospettive economiche di famiglie e imprese appaiono evolvere in maniera differenziata. Per le prime, gli attuali livelli del clima di fiducia si associano alla crescita del reddito disponibile, cui contribuisce l’attuale fase di bassa inflazione. Per le imprese non si segnala ancora un generalizzato aumento dei ritmi produttivi in presenza di un peggioramento del clima di fiducia e una riduzione delle prospettive di crescita. A sintesi di questi andamenti, l’indicatore anticipatore dell’economia rimane positivo a novembre, sebbene con una intensità più contenuta rispetto ai mesi precedenti, suggerendo il proseguimento della fase di moderata crescita dell’economia italiana».

E' quanto si legge nella Nota mensile dell’Istat relativa al mese di gennaio. I dati disponibili per il quarto trimestre del 2015 evidenziano un’evoluzione altalenante del comparto manifatturiero. A novembre il rallentamento congiunturale di produzione industriale e fatturato (rispettivamente -0,5% e -1,1%) ha bilanciato l’aumento registrato a ottobre (+0,5% e +1,9%).

Nel periodo gennaio-novembre 2015 entrambi gli indicatori, misurati sui dati corretti per i giorni lavorativi, segnalano un aumento dell’attività produttiva rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, più marcato per la produzione industria-le (+1,1%) rispetto al fatturato (+0,6%).

«L’incertezza sull’intensità della ripresa dell’attività manifatturiera - sottolinea l’Istat - è attesa estendersi ai prossimi mesi. Nonostante l’incremento registrato a novembre, gli ordinativi hanno segnato una riduzione congiunturale nel trimestre settembre-novembre (-1,8%) a causa delle forti riduzioni delle commesse estere (-3,3%). A gennaio, anche il clima di fiducia delle imprese manifatturiere è risultato in lieve diminuzione, caratterizzato dal peggioramento dei giudizi sugli ordinativi e sulle attese di produzione, in particolare per i beni intermedi».

Nel settore delle costruzioni si delineano i primi risultati positivi. A novembre l’indice di produzione ha segnato un netto rimbalzo (+2,9%), determinando una variazione positiva per il trimestre settembre-novembre (+0,3%). Nel primo semestre del 2015 i dati sui permessi di costruire, che solitamente anticipano la produzione, hanno registrato un significativo incremento, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, della superficie della nuova edilizia residenziale (+15,1%), mentre permangono negative e tendenze per le nuove abitazioni.

A gennaio l’indice di fiducia dei servizi di mercato ha subìto una discesa condizionato dal peggioramento dei giudizi sulle attese dell’economia in tutti i principali settori. Tra le imprese del commercio al dettaglio, quelle della grande distribuzione hanno espresso un significativo deterioramento dei giudizi delle vendite determinando una diminuzione del clima di fiducia.

Per quanto concerne le famiglie, nel terzo trimestre del 2015 il loro potere di acquisto, misurato al netto dell’andamento dell’inflazione, è aumentato dell’1,4% rispetto al trimestre precedente. L’aumento della propensione al risparmio (+0,9%) deriva da una crescita del reddito disponibile delle famiglie consumatrici più sostenuta rispetto a quella dei consumi (1,3% e 0,4% rispettivamente).

Le informazioni disponibili per il quarto trimestre - sottolinea l’Istat - suggeriscono il proseguimento dell’attuale fase di miglioramento dei consumi delle famiglie: a novembre il volume delle vendite al dettaglio ha registrato un rialzo (+0,3%) trainato dalla crescita degli alimentari (+0,8%). Ulteriori indicazioni positive giungono dal moderato aumento del clima di fiducia dei consumatori di gennaio (in controtendenza rispetto alla diminuzione registrata nell’area euro).

I dati destagionalizzati riferiti al mese di dicembre mostrano un arresto della crescita congiunturale dell’occupazione nel quarto trimestre del 2015 (-0,1%. Tuttavia i dipendenti a tempo indeterminato hanno continuato a crescere (+0,5%, 67 mila occupati in più nello stesso periodo) a fronte di una riduzione dei dipendenti a termine (-1,3%, 31 mila individui in meno) e della componente indipendente (-1,1%, 62 mila occupati in meno). Nel mese di dicembre, il tasso di disoccupazione si è attestato a quota 11,4%. In particolare, i disoccupati maschi sono tornati ad aumentare (+2,3%) determinando una battuta di arresto della discesa del tasso di disoccupazione.

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