La guerra intestina del Consorzio Docg del Prosecco, ora Nardi grida al golpe

Il presidente uscente all’attacco della fronda: «Così si divide tutta la denominazione». Gli oppositori lo accusano di aver voluto imporre alcune scelte, Polegato parla di interessi di poltrona

TREVISO. «Un golpe». Così Innocente Nardi, presidente uscente del Consorzio Prosecco Docg Conegliano Valdobbiadene, definisce l’atto con cui una nuova maggioranza sta cambiando la composizione della governance che dovrà scaturire dall’assemblea del prossimo 1° ottobre. Un golpe che potrebbe avere come effetto la spaccatura della Denominazione stessa – «ciò che assolutamente non auspico» – e, quindi, creando i presupposti per la costituzione di un unico consorzio. Mentre – dice Nardi – l’identità va conservata, perché la diversità è ricchezza.

«Attacco durissimo»

Il presidente uscente è stato durissimo con i suoi ex compagni di viaggio, attraverso un videomessaggio inviato ai soci, lo potete ascoltare qui sopra. Ma questi gli hanno replicato altrettanto duramente, accusando lui e quanti sono finiti in minoranza di non aver rispettato lo statuto.

«Nell’esercizio del nostro ruolo – scrivono Lodovico Giustiniani, Francesco Drusian, Cinzia Sommariva, Marco Spagnol, Paolo Bisol, Loris Francesco Vazzoler, Federico Dal Bianco, Gabriella Vettoretti – ci siamo adoperati affinché le regole statutarie venissero applicate in tutte le fasi della vita consortile. È per questo motivo che i sottoscritti si sono rifiutati negli ultimi mesi di avallare i tentativi di una parte del Consiglio di imporre sul tema della rappresentanza e delle candidature decisioni assolutamente in contrasto con la normativa comunitaria e nazionale in tema di consorzi e con lo stesso statuto consortile, in quanto non rispettoso del principio di equa rappresentatività di tutte le categorie che compongono il consorzio stesso».

Non solo, nella composizione delle liste, la maggioranza dei consiglieri ha deliberato – denunciano gli otto – di non ritenere ammissibili – e quindi doverosamente di escludere – le candidature plurime, ovvero la pretesa di alcuni soci di indicare più candidati in rappresentanza del singolo socio, in quanto tale pretesa è in palese contrasto con le chiare norme statutarie e, ancor più in generale, con le regole della rappresentatività stabilite dalla normativa comunitaria.

I “ribelli” scatenati

«La maggioranza da noi rappresentata all’interno del cda è composta da grandi e piccoli attori della Denominazione; da chi produce uve e da chi imbottiglia il prodotto frutto del lavoro dei primi; da soggetti trasversali rispetto al territorio, totalmente avulsi da logiche di campanile» così precisano ancora gli otto. Nella seduta del cda di martedì si è deciso che l’assemblea del 1° ottobre dovrà eleggere sei imbottigliatori, cinque vinificatori e quattro viticoltori.

«Non solo, dalle liste del comitato elettorale sono stati depennati sei candidati delle cooperative, un viticoltore e un imbottigliatore. I rappresentanti delle cooperative, ipotecando il nuovo cda, avrebbero probabilmente scelto come successore di Nardi Aldo Franchi, autorevole ex direttore della Cantina di Valdobbiadene.

«Con nuova maggioranza, potrebbe spuntarla Cinzia Sommariva, di Palazzo Rosso, San Pietro di Feletto, a meno che non accetti di scendere in campo lo stesso Lodovico Giustiniani o Francesco Drusian. Ieri Nardi si è detto sorpreso di questa manovra, perché fino al dicembre scorso il cda era compatto. Non è detto, però, che la manovra riesca. Ci saranno ricorsi in sede legale, per far rispettare lo statuto. La minoranza, inoltre, ha chiesto la convocazione di un’assemblea straordinaria. Nardi, infine, ha denunciato che la maggioranza sta ritardando la campagna promozionale.

Polegato: «Non sfasciate il consorzio Docg per interessi personali di poltrona»

Per «interessi personali di poltrona» si rischia di mettere a repentaglio 6.500 posti di lavoro. Parola di Giorgio Polegato, presidente di Coldiretti, con riferimento alla guerra interna al Consorzio Prosecco Conegliano Valdobbiadene docg.

La scomposizione di una delle più quotate denominazioni (524 milioni di fatturato l’anno scorso) fa tremare il mondo agricolo, non solo quello della viticoltura. E anche della politica, tanto che il presidente della Regione, Luca Zaia, invita le parti a trovare una sintesi al loro interno senza scomodare le istituzioni.

In questo contesto scende in campo Polegato, che è anche un importante produttore (Astoria). Teme, Polegato, che prima dell’assemblea dell’1 ottobre si arrivi ai ricorsi e ai controricorsi. E che, se interviene un’assemblea straordinaria, il risultato possa essere quello della presa d’atto che il Consorzio è destinato allo sfascio.

«Coldiretti Treviso non può rimanere inerme di fronte alla rottura che si sta consumando in seno al consiglio del consorzio», afferma Polegato una nota diffusa ieri pomeriggio, «alle palesi forzature per arrivare di fatto a uno scontro totale e distruttivo, magari per nascondere interessi personali di poltrona».

Dopo queste affermazioni, comunque pesanti, Polegato lancia un ponte per la mediazione. «Penso che il buon senso richieda di fare tutti un passo indietro e lasciare spazio al dialogo e alla costruzione per il bene superiore del consorzio», sottolinea Polegato, «riconosciamo alcune criticità, ma anche i successi di un consorzio che può vantare di vivere un territorio diventato e riconosciuto patrimonio dell’Unesco. Le fronde in questo contesto fanno solo del male a tutti».

Secondo Coldiretti anche le forzature sull’interpretazione dello statuto costituiscono un atteggiamento deleterio e fonte di scontro interno. La nuova maggioranza, proprio sulla base dello statuto ha indicato per la nuova governance un consiglio composto di 6 imbottigliatori, 5 vinificatori, 4 produttori. «Coldiretti intende far valere il proprio – e di tutti quelli che legittimamente lo rivendicano – diritto ad una candidatura che con motivazioni alquanto discutibili sono state depennate».

Coldiretti invita le parti a mettersi attorno a un tavolo, a fare ciascuna un passo indietro, e a provare a individuare una soluzione condivisa.

«Spero e ribadisco che il dialogo e lo spirito costruttivo, al fine di sostenere e valorizzare un territorio straordinario come quello di questa docg, debba essere l’unico obiettivo da raggiungere», conclude Polegato. «Dobbiamo pensare a un futuro in cui il consorzio di tutela sia coeso ridando il giusto valore al Prosecco docg e a tutti gli agricoltori che faticano a produrlo nelle colline impervie e straordinarie della Conegliano Valdobbiadene».

Si diceva di Zaia. Il presidente non si schiera, anche se non nasconde la propria preoccupazione. «Si rivendica sempre l’autonomia per qualsiasi cosa: il consorzio è un’associazione di produttori che decidono la politica del comparto. Quindi si eviti di girare i loro problemi al sindaco, al presidente della Regione o ad altri. Io il mio dovere l’ho fatto», ha ricordato Zaia, «e ho dato la tutela e l’esclusività dell’uso del nome Prosecco a questi territori, mentre prima tutti lo potevano utilizzare. Se ora i produttori non si mettono d’accordo sul rinnovo delle cariche e sulle politiche industriali», ha concluso, «dovranno cercare una sintesi al loro interno senza coinvolgere le istituzioni».

Il collegio sindaci tenta di mediare: «Nuova assemblea per ritrovare l'unità»

Corsa contro il tempo per evitare la deflagrazione del Consorzio Prosecco Conegliano Valdobbiadene Docg. Il collegio dei sindaci, di cui fa parte anche Ivo Nardi, vicepresidente di Unindustria e titolare dell’azienda ‘Perlage’ di Farra, ha convocato un’assemblea straordinaria per il 10 settembre, alle 17.30 al cinema Careni di Pieve di Soligo.

I soci saranno chiamati a decidere quale sarà l’interpretazione autentica dello statuto: se quella seguita fino ad oggi, che ha permesso nel consiglio di amministrazione la maggioranza di larghe intese con presidente Innocente Nardi, o quella degli otto componenti del cda che, costituendosi in maggioranza alternativa, hanno dettato muovi equilibri per la governance del prossimo mandato.

L’intento sostanziale è di far valere di più i produttori privati sulle cantine sociali. Non solo, l’8 settembre si terrà un cda per approvare il verbale della seduta che ha determinato il ribaltone, con Nardi in minoranza, pur restando al vertice del Consorzio. E proprio in questa veste Nardi si è sentito autorizzato a rispondere all’appello del presidente della Regione, Luca Zaia.

«Sono assolutamente d'accordo con il Presidente Zaia e colgo completamente la sua esortazione, infatti riconfermo nuovamente la mia piena disponibilità a trovare punti di incontro e di mediazione tra i vari interessi presenti nel nostro Consorzio: è con questo spirito che mi sono adoperato in tutti questi mesi, proponendo molteplici occasioni di confronto su temi concreti riguardanti il futuro della Denominazione, e ancora più convintamente mi impegnerò in queste settimane, sperando che la giusta esortazione del Presidente Zaia e il positivo invito di Coldiretti aiutino tutti a trovare un maggiore senso di responsabilità a favore di tutta la nostra Denominazione e per il bene dell’intero territorio».

Così appunto Innocente Nardi. Mentre l’altro Nardi, Ivo, si è prodotto in uno scatto d’orgoglio convocando l’assemblea, insieme ai colleghi sindaci. «Lo statuto – precisa – si scrive di solito in tempi di pace, quando gli animi sono sereni. Lavoriamo tutti perché questo sia possibile, al di là delle interpretazioni dello statuto. Non vedo perché l’interpretazione che fino ad oggi era valsa, adesso non sia più valida. Migliorie sono sempre possibili, non stravolgimenti».

Nardi invita quindi ad “abbassare i toni” della polemica: «Ho sentito produttori del Valdobbiadenese, l’altra sera all’incontro sulla prossima vendemmia, rivendicare una netta distinzione tra il Docg ed il Doc, in modo da valorizzare pienamente le rispettive identità, lontano da quegli interessi per cui oggi si auspicano pericolose sintesi ai fini del mercato. Io sono d’accordo, lo sono anche tantissimi soci».

Intanto l’accordo tra i consorzi ha permesso alla Regione di pubblicare oggi nel Bur due importanti passaggi per il Consorzio Doc: è stato approvato lo stoccaggio deciso per la vendemmia prossima ed è stato dato il via al 50% di de-stoccaggio del vino messo da parte nella vendemmia 2019. Soddisfattissimo il presidente Stefano Zanette. —

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