Basta morti sul lavoro! Cgil, Cisl e Uil del Veneto scendono in piazza

Impennata di infortuni nei primi 5 mesi dell’anno: +17,6% rispetto al 2020, gli eventi mortali segnano +25%, le malattie professionali +55,9%. Manifestazione regionale a Vicenza in Piazza dei Signori

Un momento del flash mob dei lavoratori edili Cgil, Cisl, Uil, per la sicurezza sul lavoro, Roma, 28 aprile 2015. La manifestazione dei sindacati di categoria Feneal-Uil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil, è stata indetta in occasione della Giornata mondiale della sicurezza sul lavoro. ANSA/ FABIO CAMPANA
Un momento del flash mob dei lavoratori edili Cgil, Cisl, Uil, per la sicurezza sul lavoro, Roma, 28 aprile 2015. La manifestazione dei sindacati di categoria Feneal-Uil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil, è stata indetta in occasione della Giornata mondiale della sicurezza sul lavoro. ANSA/ FABIO CAMPANA

VENEZIA  – I recenti dati veneti sulla sicurezza nei luoghi di lavoro sono molto preoccupanti.

Nei primi 5 mesi del 2021, secondo l’ultimo rilevamento dell’Inail, le denunce di infortunio hanno raggiunto quota 27.177 (+17,6% rispetto allo stesso periodo del 2020), le denunce d’infortunio con esito mortale sono 35 (+ 25%), le denunce di malattia professionale 1.439 (+55,9%).

Anche dal paragone con le medie nazionali non ne usciamo bene. C'è, effettivamente, un peggioramento in tutto il Paese rispetto al 2020, ma con incrementi molto inferiori ai nostri: nello stesso periodo, in Italia, le denunce di infortunio registrano infatti un +5,7%, con esito mortale un + 0,5%, malattie professionali +43,43%. 

Sul totale degli infortuni ha certamente inciso la pandemia, visto che negli ultimi 15 mesi (tra il marzo 2020 e il maggio 2021) le denunce per contagio da Covid 19 in occasione di lavoro sono state in Veneto 18.540 (il 10,6% del totale nazionale), di cui 28 con esito mortale. Il 74,3% dei contagi ha riguardato le lavoratrici, segno di quanto le donne siano state decisive durante i mesi più duri per garantire non solo le prestazioni sanitarie, ma tutti i servizi considerati essenziali, che non si sono mai fermati.

Immadine d'archivio di una passata manifestazione sindacale per denunciare il fenomeno degli infortuni sul lavoro
Immadine d'archivio di una passata manifestazione sindacale per denunciare il fenomeno degli infortuni sul lavoro

Per contrastare tutto questo, per pretendere una svolta, per cambiare modello di sviluppo, Cgil – Cisl – Uil del Veneto, insieme alle lavoratrici e ai lavoratori, scenderanno in piazza. E lo faranno il martedì 20 luglio del 2021, alle ore 18, in piazza dei Signori a Vicenza, dove si terrà la manifestazione “FERMIAMO LA STRAGE NEI LUOGHI DI LAVORO”, con l’obiettivo di sostenere la Piattaforma nazionale e la vertenza regionale su Salute e Sicurezza.

«I numeri parlano chiaro – dichiarano Christian Ferrari, Gianfranco Refosco e Roberto Toigo, rispettivamente segretari generali di CGIL CISL UIL Veneto –: con la ripartenza delle attività economiche hanno ripreso la corsa anche gli infortuni e gli incidenti mortali per le lavoratrici e i lavoratori. La salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro sono le nostre principali priorità, sono valori e principi irrinunciabili. La comprensibile voglia del mondo delle imprese di recuperare quanto perso durante i mesi di blocco non può e non deve tradursi in minori investimenti nella sicurezza, nella formazione. La sicurezza non è un costo».

Vigili del fuoco intervengono sul luogo di un infortunio sul lavoro
Vigili del fuoco intervengono sul luogo di un infortunio sul lavoro

«Abbiamo ottenuto, lo scorso 29 giugno, la riapertura del Tavolo sul Piano strategico regionale su salute e sicurezza – proseguono –. Va riaggiornato e, soprattutto, va fatto il punto su ciò che non ha funzionato: chiediamo ad esempio il rafforzamento degli enti di vigilanza, a partire dal Dipartimento Prevenzione della Regione Veneto e dagli Spisal, che invece si stanno progressivamente indebolendo. E questo percorso, oltre al rinnovato impegno del sindacato nei territori e nei posti di lavoro, deve riguardare da una parte le scelte politico - istituzionali e, dall’altra, quelle dei datori di lavoro, a partire da una forte assunzione di responsabilità delle loro associazioni di rappresentanza».  

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