Landini: «Bisogna bloccare i licenziamenti, il governo ignora le parti sociali»
Dice «ripristinare» e si capisce che vorrebbe riprendere una storia che si è interrotta in modo brusco e un po’ incomprensibile. «Ripristinare il rapporto con il governo» dice Maurizio Landini alla vigilia di un nuovo, drammatico, sviluppo della pandemia. Il numero uno della Cgil annuncia azioni dure se «insieme al prolungamento dello stato di emergenza non arriverà anche la proroga del blocco dei licenziamenti». E non esclude la mobilitazione e lo sciopero se gli ammortizzatori e quel blocco,che stanno tutelando centinaia di migliaia di lavoratori, non saranno mantenuti. Chiede a Conte una discussione a tutto campo sulla legge di bilancio e sulle riforme che si potranno finanziare con i fondi europei. Compreso il Mes? «Compreso il Mes»
Landini, ha sentito? Circola l’ipotesi di abolire il blocco dei licenziamenti. Come rispondete?
«Guardi, con tutto il rispetto vorrei evitare che queste discussioni si facessero sui giornali o a Porta a Porta. Abbiamo bisogno di ripristinare un confronto ce si è interrotto con governo e parti sociali».
Quando si è interrotto quel confronto?
«Mah, io ricordo che l’ultimo tavolo di discussione è stato fatto con gli stati generali. Da allora gli incontri si sono interrotti. E questo, nel momento in cui arriva la seconda ondata, non è più sopportabile, lo dico anche a nome di Cisl e Uil. Soprattutto perché se c’è una cosa che ci ha insegnato la prima fase dell’epidemia è stata l’utilità del confronto continuo tra governo e parti sociali. Oggi non si può buttare via quel metodo e i risultati che ha consentito di raggiungere. A partire dalla riapertura delle fabbriche in maggio».
Se oggi lei fosse a quel tavolo, che cosa chiederebbe?
«Per prima cosa chiederei che si trovasse un modo per evitare di chiudere le scuole».
Compresi i doppi turni?
«Lavorerei su tutte le forme di flessibilità possibili, con adeguato personale, e forme di scaglionamento del trasporto a livello territoriale».
Si è avuta l’impressione in questi mesi che gli insegnanti fossero contrari ai doppi turni..
«Fin da marzo abbiamo posto il problema di come si sarebbero dovute riaprire le scuole. Abbiamo anche scioperato per chiedere al governo di fare assunzioni e superare la precarietà. E di adeguare le strutture scolastiche Sappiamo che ci sono ritardi che non si risolvono dalla sera alla mattina. per esempio ci sono aree del Paese in cui mancano le connessioni per la didattica a distanza. Penso che chiudere le scuole sia sbagliato e sia necessario sedersi intorno a un tavolo con il ministro e le Regioni e decidere».
Torniamo ai licenziamenti. Non ritiene impossibile per le aziende mantenere gli stessi organici con i fatturati che si dimezzano?
«Primo: non è vero che in tutti i settori i fatturati si sono dimezzati. Secondo: dobbiamo decidere se siamo in emergenza o no. Il governo ha appena prorogato al 31 gennaio lo stato di emergenza. Del resto senza questi strumenti, come ha detto il governo nel Nadef, avremmo avuto milioni di licenziamenti».
E come faranno le aziende in difficoltà?
«Credo che il governo debba prorogare gli ammortizzatori sociali per altre 18 settimane, con le stesse modalità ance contributive, così come già avvenuto. Poi si dovrebbe cogliere l’occasione per una riforma di tutto il sistema degli ammortizzatori sociali».
Come reagirete se il blocco dei licenziamenti non verrà prorogato?
«Decideremo insieme a Cisl e Uil. Non escludiamo nessuna iniziativa di mobilitazione».
Sciopero?
«Non escludiamo nessuna iniziativa di mobilitazione».
Chiedete riforme e interventi strutturali. Anche utilizzando il Mes?
«Si certo. Utilizzando tutti i fondi che l’Unione Europea mette a disposizione. E’ il momento degli investimenti per creare lavoro. La sanità è certamente uno dei settori su cui è necessario investire rapidamente, con riguardo alla presenza delle strutture sanitarie nel territorio».
Nella trattativa dei metalmeccanici Confindustria propone di abolire gli aumenti salariali tradizionali, vista la situazione di difficoltà. Come rispondete?
«Confindustria ha cercato di rimettere in discussione l’esistenza stessa dei contratti nazionali. È un grave errore. Del resto le aziende alimentari, che dalla crisi sono uscite anche con i fatturati aumentati stanno investendo sul lavoro e sul rapporto con le organizzazioni sindacali. Per favorire il rinnovo dei contratti nazionali noi proponiamo sgavi fiscali sugli aumenti e sgravi alle imprese che assumono».
Alcuni dirigenti di Uber Italia sono accusati dalla magistratura di aver costretto i dipendenti a sottoscrivere un contratto con condizioni capestro. Come evitare questi episodi?
«Con una legge che dia valore generale ai contratti nazionali. Una legge che recepisca gli accordi sulla rappresentanza cancellando la possibilità di fare contratti pirata. Il ministro Patuanelli propone uno statuto dei diritti per le imprese. Io credo invece si debbano soprattutto garantire diritti minimi uguali per tutte le forme di lavoro». —
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