L’occupazione riparte in Veneto. Saldo positivo tra assunti e cessati sopra le 20 mila unità

Buono il recupero che non raggiunge ancora i livelli pre-Covid. Restano in forte sofferenza il turismo e il commercio. Cresce la domanda di lavoro nelle costruzioni e nel manifatturiero

22 luglio 2020 Stato avanzamento lavori nei cantieri per la III corsia; I sub lotto del II lotto. Cavalcavia Fratta © Simone Ferraro
22 luglio 2020 Stato avanzamento lavori nei cantieri per la III corsia; I sub lotto del II lotto. Cavalcavia Fratta © Simone Ferraro

VENEZIA. Saldo positivo di 20 mila 200 posizioni lavorative dipendenti in Veneto nel primo trimestre 2021.

Un risultato nettamente migliore rispetto a quello registrato all'analogo periodo del 2020 (+2.400), ma ancora distante da quello del 2019 (+30.500).

Segnali incoraggianti anche sul fronte economico: le ultime stime di Prometeia vedono una crescita del Pil regionale pari al +5,5% nel 2021 e al +4,5% nel 2022, grazie anche alla ripresa delle esportazioni che stanno tornando sui livelli pre-crisi.

A dirlo i dati del “Sestante”, la pubblicazione trimestrale dell'Osservatorio mercato del lavoro che allarga al settore pubblico e a tutte le tipologie contrattuali l'analisi delle dinamiche occupazionali diffuse mensilmente con la Bussola, confermano i primi segnali di ripresa del mercato del lavoro veneto, che nei primi mesi del 2021 è rimasto tuttavia ingessato per effetto delle restrizioni anti-Covid e delle misure di tutela dei posti di lavoro tuttora in vigore, quali cassa integrazione e divieto di licenziamento.

Le assunzioni nel periodo sono state 151.300, in calo del 26% rispetto al periodo pre-crisi, le cessazioni del 24,6%.

Il recupero degli ultimi mesi è stato in parte inficiato dalla quasi totale cancellazione delle attività turistiche invernali e dalle limitazioni che insistono sui settori della ristorazione e delle attività culturali e di intrattenimento.

Nel primo trimestre la flessione della domanda di lavoro nei servizi turistici si è mantenuta su livelli molto elevati, attorno al 75%. Con l'evolversi della campagna vaccinale e le riaperture in atto è tuttavia prevedibile un rimbalzo della domanda di lavoro anche in questi settori.

La crescita dei posti di lavoro del primo trimestre dell'anno ha interessato prevalentemente gli uomini (+13.900 posizioni lavorative rispetto alle +6.300 delle donne) e i lavoratori di nazionalità italiana (+12.600).

A livello settoriale, il saldo è positivo per agricoltura (+4.700), manifatturiero (+3.300), costruzioni (+2.300) e, tra i servizi, l’istruzione (+2.700).

Tra i pochi settori con saldo negativo restano il turismo, che perde altri 2.400 posti di lavoro, il commercio, il tessile-abbigliamento e l’occhialeria.

Tutte le province chiudono il trimestre con un saldo positivo, seppure su valori inferiori rispetto al 2019, tranne che per Belluno e Vicenza, e con un generalizzato calo delle assunzioni.

MILANO 13/1/2020 - CANTIERE EDILE VIA TARVISIO OPERAI IN PROTESTA SU GRU - FOTO FASANI/ANSA
MILANO 13/1/2020 - CANTIERE EDILE VIA TARVISIO OPERAI IN PROTESTA SU GRU - FOTO FASANI/ANSA

Flessione particolarmente accentuata a Venezia (-54%), minima a Rovigo (-1,6%) e Belluno (-2,2%).

Segnali di ripresa sono confermati dall’andamento del lavoro somministrato, che registra nel trimestre un saldo positivo per 5.700 posizioni lavorative e vede ridursi la flessione delle assunzioni al -17%, mentre il lavoro intermittente (o a chiamata) denota le difficoltà del settore turistico, nel quale è particolarmente diffuso, e mostra un calo delle attivazioni del 42% rispetto al 2019.

I livelli di disoccupazione si mantengono in calo, soprattutto per la diminuzione degli inoccupati (-38%) ovvero di persone, prevalentemente giovani, alla ricerca del primo impiego e per le quali la situazione di difficoltà del momento costituisce un fattore di scoraggiamento nell’affacciarsi sul mercato del lavoro.

In calo anche i disoccupati veri e propri, persone che hanno perso un lavoro, chiaro sintomo che il divieto di licenziamento e la larga estensione della cassa integrazione hanno limitato gli ingressi in stato di disoccupazione.

Complessivamente, nel primo trimestre 2021, ai Centri per l'impiego del Veneto sono state rilasciate 26.400 dichiarazioni di immediata disponibilità, il 23% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019.

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