Trasporto aereo, riuscito lo sciopero in Veneto. I sindacati: «Ora risposte o lo stop sarà di 24 ore»
Per quattro ore i lavoratori del settore hanno incrociato le braccia costringendo le compagnie a posticipare i voli. Richiamo alla Regione: «Attivare il tavolo di confronto»
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VENEZIA. Lo sciopero dei lavoratori del trasporto aereo ha costretto tutte le compagnie che operano in Veneto a posticipare i voli.
Giovedì 18 giugno, dalle 13 alle 17, i lavoratori del settore hanno incrociato le braccia nell’ambito di una vertenza nazionale che in Veneto ha alcune connotazioni aggiuntive, prima fra tutte la vocazione turistica del territorio. E a Venezia è stato organizzato un presidio.
Quella scattata potrebbe essere però solo la prima azione di protesta a sostegno di un settore cruciale e, soprattutto, dei «lavoratori, alcuni dei quali “invisibili” – spiegano dalla Cgil del Veneto – come gli stagionali distribuiti nei tre aeroporti di Venezia, Verona e Treviso, che non solo non stanno ripartendo, non solo sono rimasti fermi oltre un anno senza ricevere alcun ammortizzatore sociale, ma non hanno nemmeno garanzie per il futuro».
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Per cui «questo sciopero è durato 4 ore – avvertono i sindacati -, il prossimo potrebbe durarne 24».
I sindacati sono in attesa della convocazione di un tavolo regionale, già avviato ma al quale non è stato dato seguito, «per ottenere risposte per le migliaia di lavoratrici e lavoratori, anche in relazione all’attivazione di politiche del lavoro e strumenti regionali».
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Ed ecco nel dettaglio le richieste delle lavoratrici, dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali (Filt Cgil – Fit Cisl – Uiltrasporti – Ugl trasporto aereo): no ai licenziamenti per tutto il settore, tempi certi e continuità di erogazione del FONDO DI SOLIDARIETA’ (ex fondo volo), il tavolo di crisi permanente di TUTTO il trasporto aereo e avvio di un tavolo di crisi regionale specifico, l’applicazione del CCNL del Trasporto Aereo a tutte le aziende che operano nel settore, anche in appalto, l’Individuazione di politiche attive del lavoro che costruiscano, ammortizzatori sociali regionali, anche per chi finora ne è stato escluso, investimenti e sostegno al settore.
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