Tredicesime in arrivo, ma a festeggiare è soprattutto il Fisco
L’ex gratifica natalizia vale complessivamente 45,7 miliardi da cui l’Erario ricava 11,8 miliardi di ritenute. Interessati oltre 2,95 milioni di veneti e 770 mila friulgiuliani, tra pensionati e lavoratori dipendenti
MESTRE. E’ la mensilità “aggiuntiva” su cui molte famiglie fanno affidamento per far quadrare i conti del bilancio familiare e dalla quale attingere per i regali di Natale. Ma come sempre la tredicesima sarà alleggerita dall’erario che – sostiene la Cgia – farà festa anche quest’anno.
Saranno 33,8 milioni di italiani, di cui 16 milioni di pensionati e 17,8 milioni di lavoratori dipendenti, a incassare la mensilità, circa 2,95 milioni in Veneto e poco più di 770 mila in Friuli Venezia Giulia.
I pagamenti scatteranno in anticipo per i pensionati, a partire dal 25 novembre, mentre per i lavoratori del settore privato le scadenze sono diverse ma lo riceveranno prima di Natale, solitamente attorno al 20 dicembre.
Complessivamente l’ammontare lordo è pari a 45,7 miliardi di euro. «Se a questo importo sottraiamo gli 11,8 miliardi di ritenute Irpef che finiranno nelle casse dal fisco – è il conto della Cgia –, nelle tasche degli italiani rimarranno 33,9 miliardi netti».
Grazie alla gratifica natalizia, ovviamente, si spera che a festeggiare siano anche i percettori, i negozianti e le botteghe artigiane. E’ vero che una buona parte di questa mensilità sarà spesa nel mese di dicembre per pagare la rata del mutuo, le bollette, il saldo dell’Imu/Tasi della seconda abitazione e la Tari (tributo per l’asporto e lo smaltimento dei rifiuti), ma è altrettanto auspicabile che la rimanente parte venga utilizzata per rilanciare i consumi natalizi.
Sempre secondo l’ufficio studi della Cgia, quest’anno per i regali spenderemo una cifra vicina ai 9 miliardi di euro, sui livelli del 2019, importo significativo ma inferiore a «quanto spendevamo prima della crisi 2008-2009, quando per i regali natalizi gli italiani a dicembre facevano acquisti per quasi 20 miliardi di euro».
La contrazione registrata in questi ultimi anni in parte è anche ascrivibile al fatto che molti italiani anticipano a novembre l’acquisto dei regali, approfittando del “black friday”. Con meno acquisti, tuttavia, a pagare il conto sono stati soprattutto i negozi di vicinato, mentre gli outlet e la grande distribuzione organizzata sono riusciti ad ammortizzare il colpo. «Speriamo che anche grazie alle tredicesime – è l’auspicio della Cgia – in questo ultimo mese dell’anno si torni a spendere intelligentemente, ridando così fiato alla domanda interna che, seppur in crescita, rimane ancora debole».
In vista della decisione che dovrà prendere il Parlamento in merito a quale imposta destinare il taglio da 8 miliardi di euro, così come previsto dal disegno di legge di Bilancio per il 2022, l’Ufficio studi della Cgia non ha dubbi: «la riduzione deve interessare l’Irpef e non l’Irap. Il taglio dell’Irpef, infatti, eleverebbe le buste paga e le pensioni degli italiani, favorirebbe i consumi e, molto probabilmente, contribuirebbe ad aumentare il fatturato degli artigiani e dei piccoli commercianti che vivono quasi esclusivamente di domanda interna. Destinare il taglio solo all’Irap, invece, premierebbe le grandi imprese, visto che negli ultimi anni alle piccole e alle micro aziende il peso dell’imposta regionale sulle attività produttive è stato alleggerito significativamente».
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