Vendemmia, i Colli Euganei si aspettano una ottima annata
Le aziende vitivinicole dei Colli Euganei si preparano alla stagione della vendemmia che partirà fra tre settimane. I dati raccolti da Cia Padova (Confederazione italiana agricoltori) evidenziano che l’annata 2020 si preannuncia ottima sia sotto l’aspetto della qualità che della quantità grazie a temperature non troppo alte nell’ultimo mese e a piogge che stanno favorendo l’escursione termica, fattore importante per la maturazione e lo sviluppo organolettico dei grappoli.
LE GIACENZE
La pandemia ha inciso in modo pesante sul comparto vitivinicolo. E in molte cantine dell’area Parco Colli le giacenze dell’annata 2019 sono rilevanti. «Terminato il lockdown sono partite bene le vendite del vino sfuso, grazie al rapporto diretto tra produttore e consumatore», spiega Marco Calon, presidente del Consorzio Vini Doc Colli Euganei che ha sede a Vo’.
«Stanno soffrendo quelle aziende, più strutturate, che vendono il prodotto prevalentemente in bottiglia. È ripartito il canale Horeca (Hotellerie-restaurant-cafè) dove i consumi però sono molto limitati. Ancora ferme le esportazioni verso paesi come Stati Uniti, Russia e Sud America dove, negli ultimi anni, alcune aziende dei colli hanno aumentato le vendite. In attesa che riparta anche il mercato estero, il Consorzio è impegnato nel settore alberghiero e della ristorazione, con iniziative promozionali finalizzate a recuperare quanto prima i volumi pre-Covid».
NO DISTILLAZIONE
«La Direzione agroalimentare regionale rileva che non è previsto un eccessivo ammassamento delle uve in cantina, come si era ipotizzato durante il lockdown», fa sapere Cia Padova, «In base ai dati forniti dalle cantine sociali non dovrebbero esserci grossi scostamenti sulla quantità rispetto alle passate stagioni. Sono pochissimi i riscontri da parte dei produttori locali, Colli Euganei in primis, in merito all’utilizzo della misura della distillazione di vino comune, stabilita dal Mipaaf (Ministero delle politiche agricole), finanziata con i fondi comunitari. L’obiettivo? Ridurre le giacenze e contribuire all’approvvigionamento di alcool etilico da destinare alla produzione di disinfettanti. Pari quasi a zero pure le domande per l’erogazione del ristoro economico a ettaro per le aziende che decidano di ridurre la vendemmia di uve destinate a produrre vini di qualità Docg/Doc e Itg. Entrambi gli interventi governativi non hanno trovato risposta: da noi la viticoltura è di pregio».
L’APPELLO
«La quarantena ha insegnato al mondo agricolo che non si può essere monodirezionali, ma occorre attivare più canali di vendita», commenta il presidente di Cia Padova, Roberto Betto,
«Ad esempio l’e-commerce, grazie al quale si ha l’opportunità di raggiungere clienti in Italia e all’estero. Mi sento di rivolgere un appello alle nostre famiglie: acquistate vini del territorio, andate nelle cantine. È un modo per respirare la componente emozionale che solo un approccio diretto è in grado di dare».
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