Vendemmia: il Veneto resta la prima regione per produzione
VENEZIA. Il Veneto, con un +1% di crescita, si conferma la prima regione della vendemmia con 11 milioni di ettolitri, seguita da Puglia (8,5) Emilia-Romagna e Abruzzo. Il dato produttivo emerge con la presentazione delle stime di Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini.
La geografia dell'annata produttiva vede in leggero incremento il Nord (+3% sul 2019) mentre al Centro e al Sud le quantità si dovrebbero ridurre rispettivamente del 2 e del 7%. Tra le principali aree produttive, segno più per Piemonte e Trentino-Alto Adige (+5%), Lombardia e Marche (+10%), Emilia-Romagna e Abruzzo (+7%).
Calo della produzione invece in Toscana e Sicilia (-15%), Friuli-Venezia Giulia (-7%) e Puglia (-5%). Ad oggi, 3 settembre, è stato raccolto circa il 20% dell'uva. «L'annata 2020 - afferma il presidente di Assoenologi Riccardo Cotarella - si presenta con delle uve di ottima qualità, sostenute da un andamento climatico sostanzialmente positivo, che non possono che darci interessanti aspettative per i vini provenienti da questa vendemmia».
«Il settore vitivinicolo italiano - dichiara Raffaele Borriello, direttore generale dell'Ismea - ha dato prova di una straordinaria capacità di ripresa e resilienza riuscendo a reggere l'urto di questa crisi senza precedenti che si è abbattuta sul sistema produttivo globale». «Il bilancio previsionale della vendemmia- commenta- il presidente dell'Unione italiana vini Ernesto Abbona- si annuncia positivo sia per la diffusa qualità delle uve, con diverse punte di eccellenza, sia per una quantità leggermente inferiore allo scorso anno che ci aiuterà a gestire il mercato in maniera equilibrata».
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