Veronica de Romanis: «Senza piani precisi fondi Ue in bilico anche per Trieste»

L'economista: "La pandemia ha colpito duramente l’Italia che deve ricorrere al Next Generation per affrontare l’emergenza"
Veronica de Romanis
Veronica de Romanis

TRIESTE Veronica de Romanis, l’Italia ha ricevuto più aiuti dall’Europa perchè siamo stati più abili?

In realtà l’Italia è una fonte di instabilità e rappresenta motivo di preoccupazione per i partner europei. Dobbiamo essere consapevoli che gli investimenti europei devono servire a sostenere crescita e resilienza dell’intera area.

Perchè siamo il Paese più a rischio?

Siamo entrati in crisi a causa di quattro debolezze: crescita zero, debito in aumento rispetto al Pil (il peggiore dopo la Grecia), produttività stagnante da vent’anni e disoccupazione, soprattutto giovanile, fra le più elevate. Bisogna chiedere all’Europa di rifinanziare il fondo Garanzia giovani per programmi di formazione nelle nuove tecnologie.

L’Europa è scesa in campo con misure eccezionali..

Mai viste prima. Sono state sospese le regole fiscali e si è aperto l’ombrello della Banca centrale europea che sta comprando debito dell’area Euro, ma soprattutto italiano. Ecco perchè in questi giorni di crisi e instabilità politica lo spread si muove poco. Inoltre abbiamo attivato il nuovo strumento europeo di sostegno temporaneo al mercato del lavvoro (Sure). Non a caso uno strumento adottato solo dalle economie più deboli, fra cui la nostra.

É stato un errore non adottare subito il Mes?

Un grave errore. I soldi che arriveranno dal Next Generation Eu non saranno disponibili prima dell’autunno e servirà un anno prima che si inizino ad avvertire reali benefici. Ci aspettano molti mesi di grave emergenza sanitaria. Per questo sarebbe necessario prendere i 36 miliardi del Mes come misura emergenziale per potenziare la nostra medicina sul territorio e negli ospedali o riaprire le scuole dove fra una chiusura e l’altra stiamo creando una “generazione sospesa”. Stiamo parlando di soldi che ci costerebbero meno del nostro debito pubblico.

Anche in questa regione si attendono i fondi europei anti-pandemia.

Il Next Generation Eu è un piano da 750 miliardi di euro di cui l’Italia è il maggior beneficiario con 208,6 miliardi dedicato a settori strategici come infrastrutture, transizione ecologica e digitale. Ma c’è un problema. L’Italia, come ha detto il commissario Gentiloni, ha spedito a Bruxelles una lista di investimenti, che interessa anche il Friuli Venezia Giulia, ma appena abbozzata. Vi sono compresi 3,7 miliardi destinati a intermodalità, logistica integrata e digitalizzazione dei porti a partire da Genova e Trieste. Ma a Bruxelles ci sono perplessità perchè il governo non ha indicato tempi e costi e rischiamo lo stop all’erogazione dei fondi. Bisogna fare presto per integrare le nostre proposte e non sarà semplice rispettare tutti i criteri richiesti dall’Europa che ha messo in campo risorse importanti anche per la digitalizzazione e innovazione (46,18 miliardi) e infrastrutture( 31,98 miliardi).

A Trieste si discute come evitare la fuga dei giovani ricercatori all’estero...

In Italia investiamo in ricerca meno della metà della Germania. Il Next Generation prevede molti sussidi pubblici ma secondo me bisogna agevolare l’interazione fra pubblico e privato.

La peggiore crisi di sempre dovuta alla pandemia covid-19 colpisce comparti che stanno soffrendo molto anche a Trieste: turismo, commercio e servizi...

Sono settori che quando arriverà la ripresa impiegheranno più tempo a riadattarsi a un mondo post-pandemico. Bisogna che l’Italia e le Regioni premano sull’Europa per lanciare un Sur dei servizi e del turismo per alleviare i costi della pandemia impiegando debito europeo per rimodulare o cancellare la tassazione su questi settori senza pesare sui bilanci pubblici. —

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