Cortina e le sue Regole

Un patrimonio artistico eccezionale nella Regina delle Dolomiti: 363 perle del ’900 tra le quali de Pisis, de Chirico, Guttuso, Sironi e Vedova. La Casa delle Regole è ispirata all’influenza austriaca, gli stemmi antichi e l’eco dell’Ottocento: uno scrigno di valori

Marina GrassoMarina Grasso
La Ciasa de ra Regoles in corso Italia a Cortina d’Ampezzo (archivio fotografico Museo Rimoldi)
La Ciasa de ra Regoles in corso Italia a Cortina d’Ampezzo (archivio fotografico Museo Rimoldi)

Gli antichi stemmi e la scritta in ladino sulla facciata del palazzotto ottocentesco nel  salotto a cielo aperto di Cortina d’Ampezzo , lungo corso Italia, sembrano voler ricordare con discrezione che il fascino della Regina delle Dolomiti ha le sue Regole. Che non sono quelle di rinomata località turistica, ma quelle di una comunità che da secoli regolamenta il rapporto tra l’uomo e l’ambiente, indirizzandolo alla sostenibilità ben prima che il termine venisse coniato. La Ciasa de ra Regoles (Casa delle Regole) è la sede delle Regole d'Ampezzo, ossia delle antiche famiglie proprietarie di terreni che non possono essere soggetti a vendita ne’ a mutamenti di destinazione.

La storia

Documentate per la prima volta nel 1225, ma esistenti già molto tempo prima, le Regole stabiliscono ancor oggi diritti e doveri riguardo il patrimonio in comproprietà di pascoli, foreste e acque, cui si sono aggiunti nel tempo malghe, rifugi, impianti sciistici e altre strutture.

E che oggi è un’istituzione di diritto privato con una proprietà collettiva di circa 16 mila ettari, ossia tutti i pascoli e il 90% delle foreste, di cui gestisce la selvicoltura naturalistica, il taglio e la vendita del legname.

Un esempio di autogestione e autoconservazione che ha tenuto lontani gli speculatori, anche se l’ereditarietà che segue esclusivamente la linea maschile è da anni al centro di polemiche tutt’ora irrisolte. Inoltre, dal 1990, le Regole amministrano anche il Parco Naturale delle Dolomiti d'Ampezzo, che insiste proprio su parte delle loro proprietà, e svolgono anche un’intensa attività di valorizzazione e tutela del patrimonio storico, scientifico e linguistico della comunità ampezzana.

La Ciasa de ra Regoles

Insomma: la Ciasa de ra Regoles non è solo un palazzo affascinante con le sue linee architettoniche che riflettono l'influenza austriaca dell'Ottocento - il tetto a padiglione, il cornicione sagomato, la mancanza di poggioli - e i più recenti affreschi degli stemmi delle Regole d’Ampezzo.

E nemmeno solo un edificio amministrativo, bensì il più autentico cuore culturale di Cortina, nel segno di quelle Regole secolari che intrecciano l’uso conservativo e produttivo del territorio. L’edificio, realizzato nel 1827 in una Cortina austriaca ancora lontana dall’essere scoperta dal turismo, fu per oltre un secolo la Scuola Popolare comunale, per poi diventare sede delle Regole nel 1959.

 

Dal 1974 accoglie anche il Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi, intitolato al collezionista e albergatore ampezzano (che fu anche sindaco di Corina) la cui vedova, Rosa Braun, donò alle Regole ben 363 opere dei più celebri esponenti del Novecento Italiano: ben 54 dipinti di Filippo de Pisis, numerose opere di Mario Sironi, 11 de Chirico e 6 Campigli, oltre a opere di Carrà, Depero, Guttuso, Martini, Morandi, Savinio, Vedova e molti altri.

Una collezione che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha riconosciuto come “uno degli insiemi più significativi in Italia per l’arte del XX secolo”, e che in seguito si è anche arricchita con altre donazioni e omaggi di artisti.

La ristrutturazione

Una nuova ristrutturazione negli anni Novanta ha creato moderni spazi espositivi sui tre piani, creando un vero e proprio centro culturale che oltre alla Collezione Rimoldi ospitava gli altri musei delle Regole, quello Etnografico e quello Paleontologico “Rinaldo Zardini”, poi trasferiti presso il Centro Culturale Alexander Girardi Hall. Così, nei nuovi spazi disponibili, la Ciasa de ra Regoles ha potuto valorizzare maggiormente la Pinacoteca Rimoldi, ospitando anche mostre temporanee, conferenze e laboratori. Sempre nel segno della preservazione e valorizzazione dell’identità ampezzana, proprio al centro dell’isola pedonale più internazionale delle Dolomiti. 

In un museo le scelte della comunità

Il Museo Etnografico, allestito in un ex segheria in località Pontechiesa, ripercorre la storia, le tradizioni e i costumi delle Regole d’Ampezzo, evidenziando quanto lo straordinario paesaggio di Cortina sia legato alle scelte secolari della proprietà collettiva.

I tre Musei delle Regole sono aperti durante la stagione turistica (da dicembre ad aprile e da giugno a ottobre) oppure su prenotazione online tramite il sito www.musei.regole.it.

Neo Pop con quindici artisti in evidenza

Fino al 21 aprile il Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi ospita la mostra Neo Pop: perenne metamorfosi di un mito, a cura Giorgio Chinea Canale. In esposizione, le opere di quindici artisti appartenenti alla corrente artistica Neo Pop, tra gli interpreti più rappresentativi della scena artistica di fine anni Ottanta e inizio anni Novanta. Aperto da martedì a domenica (dalle 15.30 alle 19.30). Info: 0436 866222 - museo.rimoldi@gmail.com.

 

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